C’è Christian, accompagnato dai suoi amici su una carrozzina. E c’è Mardi, marocchino al quale manca un braccio ma non la voglia di divertirsi. Ma c’è anche Driss, anche lui del Marocco, che ha conosciuto il gruppo per caso e poi ne è diventato leader, collezionando trofei. La “Terzigno Corre” è molto piu’ di un’associazione sportiva dilettantistica dedita al podismo amatoriale: da anni è un punto di riferimento per gli invisibili, gli ultimi. Quelli che non troverebbero spazio altrove, schiacciati dalla competizione a tutti i costi e dalle medaglie da appuntarsi al petto. Ragazzi con disabilità motorie, non vedenti, migranti:  dentro la “Terzigno Corre” tutti trovano asilo, perché l’attenzione al sociale sta nel dna dell’associazione, è una sorta di marchio di fabbrica. Lo spiega Genny Galantuomo, presidente dell’Asd nata nel 2015 per volontà di alcuni appassionati alla corsa, uno su tutti Gino Ranieri: “Quando cominciammo, io ero tra i meno competitivi e me ne stavo nelle retrovie. Qui incontravo quelli che non correvano per vincere: per lo piu’ ragazzi in difficoltà che correvano per il gusto di stare insieme, non pensavano al traguardo. Così mi venne l’idea: dare all’associazione una vocazione solidale, impegnarsi per chi resta indietro. Tutti hanno detto sì e cosi il nostro gruppo si è progressivamente trasformato in un rifugio per persone speciali”. Innanzitutto l’associazione ha acquistato “Maddy”, carrozzina attrezzata per far gareggiare i disabili. Serve per lo piu’ a Christian D’Agostino, 16enne di Somma Vesuviana che non può usare le gambe ma che ha tagliato traguardi importanti, anche a Roma, grazie alla spinta degli altri soci podisti. Peraltro, il 16enne viene accompagnato ogni volta dalla sua famiglia alle varie corse a cui partecipa: una circostanza che rende ancora più emozionanti gli eventi, che spesso diventano occasioni di condivisione di emozioni. Spesso anche altre associazioni contattano la Terzigno Corre per farsi prestare la “Maddy”: e così la carrozzina diventa testimonial di integrazione e inclusione, uno strumento indispensabile per allargare la partecipazione e consentire a tutti di esserci, di partecipare. Qualche mese dopo Christian, chiese di iscriversi Claudio Pagano, ragazzo cieco del Vesuviano: anche per lui è bastato organizzarsi per consentirgli di partecipare alle gare con l’aiuto degli altri.

A Mardi Madani, invece, manca un braccio: ad Atlanta rappresentò il Marocco per la Paralimpiadi, a Terzigno si difende bene e ogni tanto ottiene pure qualche piazzamento. Non quanti ne conquista Driss Makadmi, sia chiaro: lui, infatti, è il campione della Terzigno Corre, l’Osimhen della situazione. Nell’ultimo anno ha vinto 12 corse regionali, affermandosi come uno dei migliori atleti della Campania. Mardi, Driss e molti altri appartengono alla colonia dei migranti: aggregati all’associazione perché spinti dalla passione per la corsa, tipica dei popoli africani. Col passare del tempo si sono fatti largo ed oggi annoverano medaglie su medaglie, contribuendo ad arricchire il palmares dell’associazione vesuviana. La medaglia d’oro per la simpatia, però, va a Manuel Manzo, ragazzino di origine sarnese e residente a Striano. Manuel ha una storia incredibile: una malattia lo ha colpito appena nato e da allora può usare solo una minima parte del suo corpo, ma se la fa bastare per correre, per sfrenarsi. Del resto, anche nel suo caso gli altri non fanno mancare l’aiuto. Parla benissimo l’inglese, Manuel: per curarsi ha vissuto 10 anni in Inghilterra e spesso mette a frutto la sua competenza per tirare fuori qualche battuta nella lingua di Albione mentre è in gara. Sorridono tutti, anche quelli che non capiscono: hanno imparato da Manuel che un sorriso vale davvero tanto   

di Francesco Gravetti 

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