tt - CopiaBARI – Un progetto che unisce Sud e Nord con voci diverse che dialogano sul sociale. L’occasione è la manifestazione “Con il Sud” promossa dalla Fondazione omonima. Durante la giornata di apertura molte le testimonianze di operatori attivi in ambito non solo sociale, ma anche economico-culturale. Una di queste ha come portavoce Antonio Capece, 33 anni, socio del Consorzio Cuore e della Cooperativa “Ambiente Solidale”, che coordina il progetto “Io cresco”, nato grazie ad un bando della Fondazione “Con il Sud” chiamato “Sviluppo locale”, incentrato sul recupero di una periferia degradata di Napoli, la VI municipalità ovvero San Giovanni, Ponticelli e Barra, che comprendono una popolazione di circa 150 mila abitanti.
Il progetto ha ottenuto più di 1 milione di finanziamenti, di cui circa 120 mila euro sono stati cofinanziati da Fondazione Vismara di Milano, consorzio promosso da Caritas Ambrosiana che ha trasferito il know how, che è stato replicato al Sud mettendo in pratica l’innovazione di territorio con raccolta rifiuti tessili, elettronici ed oleosi astrici. “Io cresco” ha come punto di partenza l’economia ambientale. Coinvolge il singolo cittadino e le scuole, e crea anche lavoro, favorendo una cooperativa sociale che si occupa di stoccaggio di prodotti alimentari recuperati da grande distribuzione e di raccolta differenziata, in particolare di indumenti, per cui è stato anche sviluppato un centro di selezione e trattamento, per permettere maggiore occupazione, visto che quei tessuti chiuderanno la filiera etica tornando ad essere commercializzati.
Capece sottolinea che “persino i cassonetti hanno uno scopo sociale perchè sono stati prodotti da una cooperativa sociale di Milano, una scelta che permette di evitare infiltrazioni camorristiche e ci aiuta a non contaminarci con altri soggetti, visto che il settore dei rifiuti sembra di nicchia ma in realtà muove una elevata liquidità. Per questo la più pulita delle aziende è comunque grigia”.
Prima del progetto “Io cresco”, la cooperativa è partita con un fatturato di 150 mila euro passando a 600 mila nel 2012, a 800 mila euro nel 2013 e la prospettiva è quella di superare il milione quest’anno. Un processo di sviluppo locale che coinvolge 40 partner, tra cui associazioni di volontariato e di promozione sociale, svariate realtà cooperative ed enti pubblici, un soggetto profit e sindacati. Oltre ad una cinquantina di risorse professionali, il progetto stabilizzerà con contratto a tempo determinato una decina di persone disagiate, come ex detenuti, ex tossicodipendenti, immigrati, disoccupati di lunga durata. Abbiamo voglia di sognare. Lanceremo presto con “Ambiente solidale” uno slogan, in cui diciamo: l’unica cosa che non ricicliamo sono i soldi”. Siamo in un territorio con concorrenti sleali. Invece, ciò che vogliamo risalti è che oltre al progetto sociale c’è la trasparenza. Motivo per cui preferiamo definirci organizzazione di comunità”.
di Mariangela Pollonio

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