Un muro abbattuto, una donna che aiuta un bambino, il bambino che lascia volare in aria dei palloncini. Sono gli elementi ritratti sul murales realizzato presso l’Orto dei Vesuviani a Portici e intitolato “Rompiamo il muro del pregiudizio”. L’opera è stata inaugurata nel corso della Giornata europea delle Fondazioni grazie all’iniziativa di Fondazione con il Sud in collaborazione con Acri che ha proposto il progetto “Non solo murales- Segni di comunità”, evento che ha coinvolto circa cento città d’Italia.

Nel Vesuviano la Cooperativa Litografi Vesuviani Servizi di Salute e Lavoro ha aderito alla proposta di Fondazione con il Sud con la creazione di un murales presso L’Orto dei Vesuviani, orto sociale gestito dalla Cooperativa stessa in via Madonnelle 29 a Portici con il coinvolgimento dei destinatari del progetto “Mai più dentro” ovvero i pazienti psichiatrici autori di reato coinvolti in un progetto che ha lo scopo di prevenire la recidiva soprattutto penale ma anche l’aggravamento della malattia stessa e l’obiettivo finale di offrire lavoro e dunque inclusione sociale.

Allo svelamento dell’opera hanno partecipato, tra gli altri,  il presidente della Fondazione Con il Sud Carlo Borgomeo, il sindaco di Portici Enzo Cuomo, il direttore della Pastorale sociale della Diocesi di Napoli Antonio Mattone, le assistenti sociali del Uepe Campania Lucia Balzano e Nunzia Di Donna, il presidente di Lavoro in Corsi Mario Riccardi, Il Dr di Consul Service Claudio Esposito e la presidente di Diesis Maria Fragliasso.

«Il murales – spiegano i rappresentanti della Cooperativa Litografi Vesuviani – rappresenta una traccia nello spazio urbano ed è abbinato a un QR Code per chiunque voglia approfondire e scoprire tante altre esperienze simili trovando tutte le informazioni sul sito dedicato. L’opera realizzata rappresenta il muro del pregiudizio della malattia mentale rotto grazie ad azioni inclusive della comunità. L’ obiettivo è quello di sensibilizzare la società sul tema del crescente disagio mentale, che spesso viene isolato. Lo stigma che accompagna la malattia mentale crea un circolo vizioso di alienazione e discriminazione, intesa come privazione di diritti e benefici, per la persona malata, la sua famiglia e tutto l’ambiente che lo circonda, diventando spesso la fonte principale di un grave isolamento sociale, di una protratta marginalizzazione».

di Bianca Bianco

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