ROMA. Solo l’8% degli stranieri provenienti da paesi Ue che vivono in Italia sono iscritti nelle liste elettorali e possono esercitare il diritto di voto. Lo rileva la ricerca Cittalia-Anci “I cittadini comunitari e la partecipazione al voto”, realizzata in 13 città capoluogo (tra cui Torino, Genova, Bologna e Firenze), che fa parte di uno studio più ampio presentato il prossimo 5 ottobre. In queste città i residenti comunitari rappresentano in media il 27% del totale degli stranieri, con un picco a Torino dove sono il 44%. Netta prevalenza dei cittadini romeni rispetto a altre nazionalità: tra l’80 e il 90% a Torino, Alessandria, Asti, Padova e Verona, mentre a Reggio Emilia, Forlì e Bologna è significativa anche la presenza di polacchi (12-14% del totale).

I DATI. L’indagine evidenzia un “particolare interesse verso le elezioni amministrative più che sulle Europee”, uniche due consultazioni elettorali che ammettono il diritto di elettorato attivo e passivo per gli stranieri comunitari che chiedono l’iscrizione alle liste elettorali del proprio comune di residenza. Ad Asti, Firenze, Forlì, Padova e Reggio Emilia nove iscritti stranieri su dieci alle liste elettorali possono eleggere sindaco e consiglio comunale mentre a Torino e Genova sono in maggioranza i cittadini comunitari iscritti alle liste aggiunte per le elezioni europee.  Sono gli uomini i più attenti, l’81% contro il 79% delle donne, che invece rappresentano la maggioranza delle iscritte nelle liste elettorali per le Europee, con il 59% del totale rispetto al 46% degli uomini.  La fascia d’età con il maggior numero di iscritti ad almeno una lista elettorale è quella dei 30-49enni mentre i giovani fino ai 29 anni ottengono il primato solo ad Asti.

di Francesco Gravetti

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