di Emiliano Moccia
FOGGIA. «I familiari e le associazioni che si occupano di disagio mentale sono mobilitate per difendere i servizi territoriali e per rivendicare i diritti di chi è affetto da disturbo psichico». Matteo Notarangelo parla con cognizione di causa perché, in qualità di responsabile dell’associazione Genoveffa de Troia di Monte Sant’Angelo, conosce molto bene i problemi e le difficoltà che incontrano quotidianamente le persone affette da disagio mentale ed i loro familiari. Per questo, in sodalizio con le altre realtà associative della provincia di Foggia, hanno lanciato l’idea di costituire una Consulta Provinciale sulla riorganizzazione dei servizi di Salute Mentale.
LE RAGIONI DELLA PROTESTA. Il timore delle associazioni dei familiari dei sofferenti psichici di Capitanata, infatti, è «che con la nuova pianta organica proposta dall’Asl di Foggia andremo incontro alla cancellazione dei servizi di neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza e alla paventata trasformazione di 8 dei 9 Centri di Salute Mentale in ambulatori. C’è il rischio, dunque, di rimanere senza assistenza psichiatrica, perché i Centri di salute mentale sono i luoghi in cui deve avvenire la cura, la prevenzione e la riabilitazione dei soggetti con disturbo mentale» ha spiegato Claudia Cignarella, presidente dell’associazione Noos di Foggia e portavoce del coordinamento. Tutto è cominciato ad agosto, con la Deliberazione della Giunta Regionale della Puglia che ha preso atto della dotazione organica proposta dall’Asl di Foggia in materia di riorganizzazione dei servizi di salute mentale. Il coordinamento delle associazioni, quindi, contesta il nuovo modello organizzativo individuato perché «se è vero che operiamo nel territorio della provincia di Foggia è anche vero che spesso le nostre istanze non vengono ascoltate»
LE PROPOSTE. Così come previsto dalla delibera di Giunta Regionale, dunque, «i Centri diventerebbero degli ambulatori periferici e le famiglie ed i pazienti affetti da patologie psichiatriche vivranno dei disagi enormi, con il rischio che non vengano adottati interventi efficaci nei disturbi mentali e che si possa cronicizzare la malattia». Di conseguenza, «la nostra proposta è che dei 9 CSM attuali ne restino aperti almeno 5, perché non è possibile – ha evidenziato Cignarella – lasciare aperto solo quello di Foggia, in quanto tutto il territorio provinciale risente della necessità di fare affidamento su queste strutture, dove le nostre associazioni svolgono attività di supporto».
LA RISPOSTA DELL’ASL. Anche all’Asl di Foggia il tema sulla riorganizzazione dei servizi tiene alta l’attenzione degli operatori sanitari. «La proposta della nuova pianta organica è nata per rispondere alle richieste del Ministro della Sanità relative al Piano di Rientro della Regione Puglia. In realtà – ha spiegato Matteo Giordano, direttore del Dipartimento di Salute Mentale dell’Asl di Foggia – l’aspetto pericoloso è che la Regione Puglia non ha ancora detto come devono essere organizzati i servizi di Igiene Mentale e di Dipendenze Patologiche, ed i direttori generali delle Asl non sanno ancora come comportarsi». Ma di una cosa è certo Giordano: se venisse confermata la trasformazione di 8 dei 9 Centri di salute mentale in ambulatori «il servizio e gli operatori non scomparirebbero. E’ vero, non sarebbero più strutture complesse con la presenza di un direttore, ma resterebbe confermato lo stesso personale. E’ importante, però, l’azione di pressione che sta svolgendo il coordinamento delle associazioni dei familiari dei sofferenti psichici ed il problema che stanno sollevando. E’ importante perché sollecitano la Regione sui possibili pericoli che potrebbe comportare questa riorganizzazione dei servizi».

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