NAPOLI. Lavoro, vestiti e aiuti alimentari: sono le richieste di quasi settemila utenti raccolte dalla Caritas Campania nei centri di ascolto sul territorio. È questa l’immagine della Campania fotografata nel “Rapporto povertà 2011”, presentato dalla Caritas in largo Donnareggina a Napoli, con il cardinale Crescenzio Sepe, monsignor Antonio Di Donna, don Enzo Cozzolino e Ciro Grassini. «Aumentano le richieste – spiega il cardinale Crescenzio Sepe – la chiesa non può sostituirsi a chi ha le responsabilità di attivare politiche pubbliche di aiuto. La chiesa ha il compito di educare ciascuno ad assumere le proprie responsabilità, secondo il suo ruolo. I dati confermano che la leva principale per affrontare la povertà è dare lavoro».
 
SOS LAVORO – Chi si rivolge ai centri di ascolto, straniero o italiano, ha problemi occupazionali ed economici. La povertà grava più sugli italiani, mentre la difficoltà lavorativa riguarda entrambe le categorie. Il 30 per cento degli utenti chiede un lavoro, il 25,7 per cento aiuti in beni e servizi materiali, in particolare vestiti e pasti, il 19,3 per cento suissidi economici.
 
GLI UTENTI IN NUMERI – C’è chi non riesce a portare un piatto caldo a casa e chi ha problemi per pagare bollette o affitti di casa, segno di una crisi diffusa. La povertà è una questione che lega italiani e stranieri. Sono quasi settemila le persone transitate nei centri, se si considera gli interi nuclei familiari, che hanno direttamente o indirettamente ricevuto aiuto, si parla complessivamente di venticinquemila persone. Negli ultimi quattro anni, gli utenti italiani sono aumentati: nel 2008 rappresentavano il 38,8 per cento, nel 2010 sono il 47,3 per cento.  Secondo i dati raccolti dalla Caritas, il profilo degli utenti negli ultimi anni è immutato: tre su quattro hanno età compresa tra i 25 e i 54 anni. Incrociando i dati riguardanti stato civile e tipologia di convivenza, si scopre che la metà circa degli utenti sono coniugati e in maggioranza vivono con familiari (83%).
DONNE E SENZA FISSA DIMORA – Sono poi le donne a essere maggiormente presenti nei centri di ascolto (63,5 per cento). Anche i senza fissa dimora chiedono aiuto alla Caritas: circa 500 persone, ossia il 6,7 per cento, si rivolge ai centri. I senza dimora sono per lo più migranti, in alcuni casi ritornati per strada dopo averla temporaneamente lasciata.
 
PER SAPERNE DI PIU’
 
http://www.caritas.na.it (VOLONTARIATO. Il sito della Caritas di Napoli)
 

di Stefania Melucci

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