ROMA. L’indagine campionaria svolta quest’anno dall’Eurispes sulla condizione degli anziani si è concentrata soprattutto sulle relazioni sociali, gli interessi, le attività e gli impegni, la loro apertura alla modernità e l’autosufficienza. La maggioranza degli ultra 64enni vive con il coniuge (55,9%). Un considerevole 17,6% vive, oltre che con il coniuge, con almeno un figlio, mentre il 14,1% vive solo ed il 4% con uno o più figli. Rappresentano una minoranza gli anziani che vivono con altri parenti (3,5%); solo lo 0,4% divide la casa con un badante o un domestico.  Il compito di cui gli over64 si fanno carico con maggior frequenza per aiutare i figli è tenere i nipoti (68,5): il 10,3% lo fa sempre, il 33,2% spesso, il 25% qualche volta, un contenuto 21,2% mai (una buona parte dei quali, presumibilmente, non vive nella stessa città dei figli, ed è quindi impossibilitata a farlo).
Il secondo tipo di sostegno ai figli è rappresentato dagli aiuti economici (71,3%), che il 9,6% del campione dà addirittura sempre, il 29,8% spesso, il 31,9% qualche volta, il 25,5%, invece, mai. Sono poi molti gli ultrasessantaquattrenni abituati a preparare da mangiare per i propri figli (11,7% sempre, 18,1%, 35,1% qualche volta) ed a portare i nipoti a scuola (4,9% sempre, 22,4% spesso, 24% qualche volta). Il 19,6% fa anche la spesa per i propri figli spesso o sempre e il 31,4% qualche volta, mentre sono meno numerosi quelli che fanno pulizie di casa per loro (il 71,3% non lo fa mai, il 10,1% spesso o sempre, il 14,9% qualche volta). Prevedibilmente, sono le donne dai 65 anni in su le più impegnate, rispetto agli uomini, nel sostegno del figli. Fatta eccezione per gli aiuti economici, che vengono un po’ più spesso dai padri (77,4% rispetto al 64%), le madri tengono più spesso i nipoti e li portano a scuola, ma soprattutto preparano da mangiare e, in alcuni casi, puliscono e riordinano la casa.
TERZA ETA’, BELLA ETA’. La maggioranza (45,4%) considera la terza età un’occasione per dedicarsi di più a se stessi e ai propri interessi, il 27,8% considera invece l’età matura come una fase di declino, mentre per il 19,4% si tratta di un periodo in cui ci si può riposare. Sono soprattutto gli uomini che vedono questa fase della vita come un’occasione per coltivare i propri interessi personali (48,5% contro il 41,2% delle donne), mentre le donne la identificano con un momento nel quale è possibile concedersi un po’ di riposo (22,7% contro 16,9%). Nei soggetti con basso livello di istruzione è decisamente più frequente che in quello con livello alto, una visione più negativa e passiva della vecchiaia: ben il 43,6% di chi è privo di titolo o possessore di licenza elementare vede la terza età come una fase di declino, percentuale che si abbassa all’innalzarsi del titolo di studio fino a raggiungere un contenuto 18,4% nei laureati.
LE PAURE. Le malattie rappresentano il principale timore associato alla condizione anziana (48,7%). Al secondo posto, indicata in un caso su 5 (21,9%), si trova la paura di non essere più autonomi. Segue la paura della solitudine (10,5%), di sentirsi inutile (7,5%), di trovarsi in difficoltà economiche (6,1%).
Le donne in misura maggiore indicano come prima paura le malattie (51,5% contro 44,9%) e allo stesso tempo temono, più degli uomini, la solitudine negli anni della vecchiaia (15,3% contro 6,9%).

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