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Primo marzo si tinge di giallo: in piazza contro il razzismo di Stato

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NAPOLI. Il primo marzo colorato di giallo per dire no al razzismo di stato e alla precarietà. Manifestazioni in tutta Italia. A Napoli, un corteo di oltre trecento persone è partito da piazza Garibaldi per arrivare in Prefettura. Tante le associazioni e sigle che hanno scelto di essere in piazza: dal Forum Antirazzista della Campania all’associazione Scuola di Pace, dalla Rete Commons alla cooperativa Dedalus. Nessuna bandiera politica, solo qualche vessillo dei Radicali.
IN PIAZZA, PERCHE’-  Tante le richieste dei migranti che hanno incrociato le braccia: dall’abrogazione della legge Bossi-Fini alla chiusura di tutti i Cie italiani, eliminazione della sovratassa sul permesso di soggiorno. E ancora cittadinanza immediata ai bimbi nati in Italia e permesso di soggiorno per i richiedenti asilo provenienti dalla Libia. Sfilano fianco a fianco, italiani e stranieri. Lavoratori e studenti con un piccolo segno giallo, colore neutrale. «Scendiamo in piazza, sia italiani che stranieri – spiega Jamal Qaddorah,  responsabile per l’immigrazione della Cgil – in una città come Napoli, sempre accogliente, anche se negli ultimi tempi assistiamo a un’aggressione contro gli immigrati, soprattutto ambulanti. Il Forum antirazzista ha incontrato il sindaco di Napoli per creare una consulta sull’immigrazione, abbiamo chiesto di togliere il bando sul mercato di via Bologna per poter sanare gli ambulanti storici».
UNA GUERRA TRA POVERI – «È già da alcuni anni che marciamo il primo marzo – continua padre Alex Zanotelli – Viviamo in un paese che ha leggi razziste, siamo di fronte a un razzismo di stato. Non possiamo permetterci un’altra guerra tra poveri, per questo è importante far sentire la voce degli immigrati, anche in questa città. Luigi de Magistris, durante un incontro con il Forum, ha promesso di dare la cittadinanza ai bambini che nascono a Napoli: questo è un passo, ma allo stesso tempo sbattere fuori gli ambulanti lungo le strade. Contestiamo il bando del mercato di via Bologna, assegnata da molti anni agli immigrati».
 

di Stefania Melucci

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