di Mirella D’Ambrosio
NAPOLI. Quest’anno il calendario “Palingenesi” 2013 propone una riflessione sul divenire dell’uomo nel mondo e sulle infinite incognite che ci circondano, senza avere la possibilità di possedere completamente il sapere. Difetto che è il più grande pregio dell’uomo in quanto gli restituisce ,in ogni momento, la sua umanità. Gli abiti realizzati con materiali di riciclo esprimono la volontà di un bisogno di comunicazione, che attraversa diversi mondi da quello primitivo a quello dei social network  per finire a parole scritte su un corpo che le fa esistere.  “Palingenesi” 2013, la cui anteprima è stata presentata il 6 gennaio e si protrarrà fino al 2 marzo presso lo  Studio  Primo Piano al Corso Umberto I di Caivano, vuole essere una provocazione all’imperversare di ideologie che prevedono, come immanente, la “fine del mondo ”, per indurre invece l’uomo ad una rinascita di un  mondo nuovo che , se si allinea alla ricerca Proustiana di ritrovare il tempo in un  mondo interiore, mistico, costruito su questo gioco di memoria e tempo , allora si che si lancia  una sfida . Questo lavoro ha goduto dell’ intervento del maestro Stelio Maria Martini. E la mostra fotografica è stata allestita come un percorso dove si attraverseranno  tutti i momenti  salienti di un anno di lavoro del progetto. In questo progetto Maurizio Esposito è stato affiancato sia nella sceneggiatura del progetto che nel design dei vestiti dall’architetto Maria Rosaria Di Segni, mentre l’artista Tonino Raucci ha curato il percorso backstage per la mostra. Per la fotografia ci si è affidati ad Amedeo La Rossa che  mentre il makeup è stato curato da Anna Marchese e Maurizio Esposito. La mostra rappresenta un’ “art in progress”  presentati  dall’ associazione  no-profit  “Dia-logue”  costituita da un gruppo di artisti e aperta a chiunque  vorrà iscriversi e far parte  delle  iniziative artistiche e culturali, dando la priorità ad uno stile di vita eco-sostenibile,  all’uso di materiali di riciclo, per reinventare  oggetti  creando tendenza. L’atto creativo diventa  in questo modo, un alto momento di sensibilizzazione  sociale, la partecipazione che si mette al passo con i tempi in un mondo di spreco.  di Mir D’Amb,

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