ROMA. «Ora, che a rincorrere il vento è rimasto un sospiro soltanto. Ora, che anche il mare che ho dentro è una goccia che scende per me che sono un sole spento. Ora, che il mio sguardo più intenso non dà voce all’attesa di chi non sa trovare un senso». “Ora” è il titolo del brano musicale che i Diskanto hanno dedicato alla battaglia civile di Piergiorgio Welby. Ed è anche un progetto artistico a sostegno del testamento biologico, della libertà di ricerca scientifica sulle cellule staminali e per il diritto ad un fine vita scelto, consapevole e dignitoso. “Ora” è il grido di dolore di un uomo prigioniero di un corpo ormai incapace di reagire, che chiede almeno la dignità di essere ascoltato rispetto a quelle che sono le sue volontà.
IL PROGETTO. Il progetto, promosso da Associazione Luca Coscioni, Arci, Associazione Radicale Piero Welby, Arcicomics Cremona e Diskanto rock band, nasce da un’idea del gruppo musicale cremonese, che cinque anni dopo il ‘caso Welby’ ha deciso di comporre una canzone ispirandosi alla vicenda di Piergiorgio. Dopo che la distrofia muscolare lo aveva reso prigioniero di un corpo inerme e non in grado di rispondere a qualsiasi comando volontario o sollecitazione esterna, il 20 dicembre 2006 moriva a Roma Piergiorgio Welby, scegliendo, con il sostegno della moglie Mina, di interrompere i trattamenti sanitari che da anni lo mantenevano in vita artificiosamente. Al videoclip musicale del brano “Ora” si affiancano testimonianze e interventi di Mina Schett Welby, Marco Cappato dell’Associazione Luca Coscioni, Paolo Beni presidente dell’Arci, Maria Antonietta Farina Coscioni, deputato Radicale, Andrea Brusoni di Arcicomics Cremona, Maurizio Mori della Consulta nazionale Bioetica e Mario Riccio, il medico che ha seguito le fasi terminali della vita di Piero Welby.  Il progetto si completa con le illustrazioni originali ispirate al tema o al testo della canzone di dieci importanti disegnatori e disegnatrici di tutta Italia. «Penso che anche i diversi linguaggi dell’arte possano aiutarci ad affrontare temi molto seri e delicati come quelli che attengono alla fine della vita – spiega Paolo Beni dell’Arci nel suo intervento – anche una canzone può essere di stimolo per interrogarci per riflettere, capire e di conseguenza impegnarci. Pensiamo che una buona legge sul testamento biologico, la possibilità di fare ricerca sulle cellule staminali, il diritto a un fine vita consapevole e dignitoso siano battaglie di civiltà che riguardano tutti i cittadini e non soltanto chi si trova a vivere, magari in solitudine, un dramma personale».
L’EUROPA. Gran Bretagna, Francia, Danimarca, Olanda, Belgio, Lussemburgo, Spagna, Scandinavia e Germania sono paesi in cui, con apposite leggi, si è sancito in varie forme il rispetto e la tutela della volontà della persona, anche di rifiutare il trattamento medico, di non essere mantenuta, se non lo vuole, in stato vegetativo. Prevedono, dunque, la volontà del dichiarante di iniziare, non iniziare o sospendere i trattamenti sanitari. Anche in Italia questa volontà andrebbe rispettata, secondo gli articoli 13 e 32 della Costituzione.  È provata, ma anche serena nella sua testimonianza Mina Welby: «Io e Piero abbiamo iniziato a fare delle ricerche sull’eutanasia. Per me è stata una cosa quasi devastante interiormente, perchè significava che lui volesse andare via, mi volesse lasciare. Ma allo stesso tempo volevo riuscire a renderlo felice, perché sapevo che la malattia era diventata davvero troppo pesante per lui, e lo era diventata anche per me, e noi dovevamo cercare di essere felici insieme e usare al meglio il tempo finchè potevamo. Quando la vita diventa difficilissima e la malattia così invasiva che non si può fare più altro, io credo che, in quel caso, la morte è la medicina che è salvavita, ma “vita” nel vero senso della parola, non soltanto quella che portiamo avanti col corpo, ma quella interiore, personale, privatissima.. ed era la nostra vita insieme».
PER SAPERNE DI PIU’
La traccia audio della canzone “Ora” è scaricabile gratuitamente dal sito www.diskanto.com

di Ortensia Ferrara

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