di Francesco Gravetti
ROMA. «Un provvedimento che sancirebbe la fine dell’industria e del settore fotovoltaico in Italia». Così EnergoClub onlus – Associazione nazionale per la riconversione del sistema energetico – definisce la nuova normativa sugli incentivi al fotovoltaico proposta dal Governo (il cosiddetto V Conto Energia). In una lettera inviata ai Presidenti delle Regioni il presidente della onlus, Gianfranco Padovan, auspica che l’imminente Conferenza Unificata Stato-Regioni «respinga il testo attuale e lo rinvii ad un tavolo tecnico che garantisca spazio adeguato alle proposte delle associazioni di categoria, finora escluse nella fase di stesura del decreto» e invita I destinatari a fare quanto in loro potere per «far sì che vengano recepite le obiezioni sollevate da EnergoClub e dal mondo delle organizzazioni che hanno a cuore la sostenibilità e il futuro del Paese. In particolare per garantire una continuità al settore e tutelare le famiglie che sarebbero le più danneggiate dall’attuale provvedimento, caldeggiamo l’attuazione di alcune importanti modifiche».
150 MILIARDI. Convinto che «nel breve periodo il fotovoltaico sarebbe in grado di stare sul mercato senza incentivi» Padovan evidenzia anche ai Presidenti di Regione che «Se il V Conto Energia venisse confermato sarebbe la fine di un settore per il quale sono stati effettuati investimenti per 150 miliardi di euro, con un danno nettamente superiore della quota in bolletta che va a sostegno delle rinnovabili». Su questa, ultimamente, si sono fatte considerazioni piuttosto contrastanti ma Padovan non ha dubbi, in merito: «La tutela di famiglie e imprese dall’aumento del costo della bolletta è addotta come pretesto non credibile, soprattutto alla luce del fatto che l’aumento dei carburanti non sembra destare la stessa preoccupazione nella nostra classe dirigente e, ancor più, che la riduzione dei costi del kWh, che va a vantaggio delle stesse famiglie e imprese, è una conseguenza e un effetto degli incentivi stessi. Con il fondo creato con le accise in bolletta si va, inoltre, a sviluppare un mercato e a creare posti di lavoro con relativo gettito IVA, IRPEF, IRPEG. Tutte entrate alle quali si rinuncerebbe se entrasse in vigore il V conto energia. Non solo. Il nuovo decreto – se adottato senza modifiche sostanziali – potrebbe provocare altra cassa integrazione per cui, oltre a non avere entrate, avremmo generato altri costi sociali per lo stato e le imprese».
PER SAPERNE DI PIU’
Il sito di EnergoClub onlus
 

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