PADOVA. In riferimento alla vicenda del minore prelevato  a scuola dalla polizia per essere affidato al padre, in esecuzione di una decisione dei giudici della corte d’Appello di Venezia, interviene la presidente dell’Ordine degli assistenti sociali del Veneto Patrizia Lonardi: «La notizia dell’allontanamento, nelle modalità con cui è stato effettuato, ha profondamente sconvolto il Consiglio dell’Ordine degli assistenti sociali del Veneto. Dietro questi episodi quasi sempre ci sono storie di vita molto dolorose e complesse. L’interesse e la tutela dell’integrità del minore devono comunque e sempre prevalere su tutto. Episodi di questo genere sono gravissimi e devono far riflettere sulla necessità di forti e competenti assunzioni di responsabilità rispetto al bene primario del minore da parte della famiglia e di tutte le istituzioni».
IL FATTO. L’episodio è stato rilevato dalla trasmissione di Rai Tre “Chi l’ha visto?”, che ha trasmesso il video dell’intervento della polizia. Oggi i principali quotidiani e siti internet italiani hanno ripreso la notizia. Il dramma familiare si è consumato in una scuola elementare dell’Alta Padovana. Alle otto del mattino la polizia si è presentata nella scuola dove il bambino studia. Gli agenti avevano il compito di prelevarlo e di portarlo in una struttura protetta, perché i giudici della corte d’Appello di Venezia hanno deciso che la patria potestà del piccolo deve andare unicamente al papà. C’erano stati diversi tentativi di eseguire gli ordini dei giudici: il padre ci ha provato più volte presentandosi nella casa in cui il piccolo sta con la mamma. Ma ogni volta il bambino «si nascondeva». A quel punto è stato deciso che la separazione doveva avvenire in un territorio neutro e, a tre mesi dall’ordinanza, l’esecuzione è avvenuta mercoledì
IL COMMENTO. «Siamo rimasti sorpresi e scioccati dalle modalità con cui si è svolto l’intervento di allontanamento del minore ieri mattina nel padovano –  dichiara Edda Samory, presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Assistenti Sociali – Una cosa salta all’occhio: l’allontanamento non era stato adeguatamente preparato. Qualsiasi persona, che sia un minore, un adulto o un anziano che deve essere allontanata, va preparata all’eventuale cambiamento. L’impegno dei servizi sociali è volto quotidianamente ad evitare, quando possibile, gli allontanamenti famigliari, sempre dolorosi. A volte però la gravità della situazione è tale da far valutare l’allontamento necessario; in questo caso gli assistenti sociali sono disponibili a preparare le nuove condizioni, secondo il principio che il minore va tutelato e accompagnato all’allontanamento, in modo tale da recargli minore sofferenza possibile. Quello che abbiamo visto è molto grave e ci auguriamo che in futuro non venga più utilizzata la forza in situazioni analoghe».
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di Francesco Gravetti

 

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