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Le “Questioni Meridionali” raccontate dagli autori del Sud

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FOGGIA. Quattro autori per raccontare il Meridione ed il Sud del mondo da quattro angoli differenti. Il giornalismo, la narrativa, l’inchiesta sociale, la cronaca nera. Sono queste le “Questioni Meridionali” alla base della rassegna letteraria che si svolgerà nel capoluogo Dauno su iniziativa di SpazioBaol.com in collaborazione con il Comune di Foggia, la libreria Ubik e FrontieraTv. Giulio Di Luzio, Morteza Latifi Nezami, Cesare Moreno e Alessandro Leogrande. Tre autori meridionali ed un iraniano per riflettere, discutere, analizzare i processi migratori e sociali che caratterizzano i nostri territori. Dopo  Giulio Di Luzio, che nel libro “Brutti sporchi e cattivi” (Ediesse) descrive l’inganno mediatico sull’immigrazione, presentato il 28 marzo, oggi tocca all’autore iraniano Morteza Latifi Nezami che in “Inospitale terra promessa” (la meridiana) raccoglie le testimonianze dei migranti costretti a fuggire dai loro Paesi a causa di guerre, persecuzioni, torture. Viaggi della speranza a bordo di carrette di mare con la speranza di trovare la terra promessa, ma «spesso proprio l’Europa, l’Italia, mostrano il loro volto peggiore negando diritti e accoglienza. E diventano inospitali» aggiunge Colavita.
ADOLESCENTI E INCHIESTA. Nel mese di aprile i riflettori sono puntati sul tema degli adolescenti e della denuncia. Mercoledì 18 aprile Cesare Moreno presenterà l’inchiesta “Insegnare al principe di Danimarca” (Sellerio), firmata da Carla Melazzini. Il lavoro è incentrato su un’esperienza scolastica realmente vissuta da un gruppo di insegnanti nei quartieri più a rischio di Napoli. A chiudere il laboratorio di voci e di storie del Sud del mondo, infine, sarà Alessandro Leogrande che il 20 aprile, nella Sala Rosa del Palazzetto dell’Arte, parlerà de “Il naufragio. Morte nel Mediterraneo” (Feltrinelli). L’indagine del giornalista pugliese prova a fare luce su quanto avvenuto il 28 marzo 1997, quando la motovedetta albanese Kater i Rades venne affondata nel Canale d’Otranto dopo essere stata speronata da una corvetta della Marina Militare Italiana. Una tragedia che provocò la morte di 57 persone.

 di Emiliano Moccia

 

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