ROMA – «Aspettiamo questa notizia da 20 anni: oggi si è compiuto un atto dovuto, un necessario passaggio di civiltà. Speriamo solo che ora non si fermi nei meandri delle procedure parlamentari. I tanti che cercano una giustizia piena per le violenze subite, aspettano delle chiare risposte» è la dichiarazione di Savino Pezzotta, Presidente del Cir (Consiglio Italiano per i Rifugiati), in seguito all’approvazione, in Commissione Giustizia al Senato, dell’introduzione del reato di tortura nel codice penale italiano.
Il prossimo passaggio che il CIR chiede è la ratifica del protocollo aggiuntivo alla Convenzione Onu contro la tortura, che prevede la possibilità di ispezioni senza preavviso da parte di un’autorità indipendente nei luoghi di reclusione: dalle carceri, ai Cie, agli ospedali psichiatrici giudiziari. «La normativa internazionale prevede il divieto della tortura, la punizione dei responsabili, la prevenzione e la riabilitazione delle vittime. Oggi abbiamo aggiunto un tassello fondamentale. La firma del protocollo ci permetterebbe di fare un ulteriore passo in avanti per quanto riguarda la prevenzione. Inoltre come CIR siamo da anni impegnati nella diretta riabilitazione delle vittime di tortura e crediamo che anche su questo fronte lo Stato debba investire di più» dichiara Fiorella Rathaus Responsabile dei Programmi -CIR di riabilitazione e cura per le vittime di tortura.

di Sofia Curcio

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