ROMA. Diminuiscono, sempre più, le differenze fra chi ha dei figli con inseminazione artificiale e chi, invece, con parto naturale. Anche le donne che daranno alla luce un “figlio in provetta”, infatti, avranno la possibilità di non dichiararlo al momento della nascita. Lo ha stabilito un emendamento, approvato dalla commissione Affari sociali della Camera, presentato da Antonio Palagiano (Idv) e che modifica la legge 40 sulla fecondazione assistita.
I FATTI. “La madre del nato a seguito dell’applicazione di tecniche di procreazione medicalmente assistita non puo’ dichiarare la volonta’ di non essere nominata”. Questa, la legge tanto discussa e abrogata in seguito al testo emendato. Un netto contrasto, quindi, con l’art.30, comma 1, del DPR 396/2000 che prevede che in sede di dichiarazione di nascita, la madre può essere libera di non riconoscere il figlio. Riscontri positivi dal Presidente della Commissione, Giuseppe Palumbo (Pdl) che ha appoggiato Palagiano e da parte di tutti i gruppi, esclusa la Lega.
I DATI. Dal 2005 si contano 31.791 bambini nati attraverso le tecniche di fecondazione assistita. Questi i dati formiti dal Registro Nazionale della Procreazione Medicalmente Assistita attivo dal 2005 presso l’Istituto Superiore di Sanità. Molti i commenti in seguito al nuovo emendamento: «Non esistono madri di serie A e di serie B -spiega Palagiano- e per questo non posso che essere soddisfatto per l’approvazione dell’emendamento a mia prima firma». Non sono mancati, però, i giudizi negativi. «Un bimbo in provetta non nasce per caso- ha spiegato Paola Binetti (Udc) – l’emendamento Palagiano, quindi, tradisce la legge 40 e va abrogato».
PER SAPERNE DI PIU’
http://www.iss.it/rpma/

di SabrinaRufolo

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