nico_antodi Ortensia Ferrara
 
AVELLINO – Abbiamo una dignità, tanti debiti, non abbiamo lavoro ma la capacità di produrre in modo alternativo: è questo in sintesi l’appello che la combattiva Antonella Colangelo, residente a Santo Stefano del Sole (in provincia di Avellino) insieme al marito Nicola Acito e alle figlie, ha rivolto alle istituzioni – in primo luogo al sindaco del Comune in cui vive – ai giornalisti e anche «a tutti coloro a cui dobbiamo dei soldi». Perché a causa della malattia del marito, che gli impedisce di lavorare, la famiglia ha contratto alcuni debiti, oltre a ritrovarsi in uno stato di forte difficoltà economica. Allora Antonella ha avuto un’idea, tanto semplice da sembrare banale: dedicare il suo tempo, la sua professionalità, le sue capacità personali allo sconto dei debiti. «Sono una musicista e docente di musica, mio marito, pur avendo perso l’uso delle gambe, può lavorare al computer – spiega Antonella – ma posso anche fare altro, ad esempio, preparare confetture e conserve. Ribadisco che non vogliamo aiuti economici, vogliamo solo lavorare».
VOLONTARIATO – Non è nuova alle battaglie, Antonella, molto conosciuta a Santo Stefano per l’associazione di volontariato che ha fondato insieme al marito alcuni anni fa, “Mariarte”, che si occupa del disarmo dei bambini soldato e realizza progetti in Uganda e in Sierra Leone, con concerti di beneficenza dell’Orchestra Mariarte che si svolgono in tutta Italia e raccolgono fondi per la costruzione di villaggi in favore di bambini brutalmente diventati capi famiglia. A dicembre dello scorso anno, Antonella aveva denunciato l’impossibilità della sua famiglia di partecipare alla recita scolastica natalizia della figlia, per colpa delle barriere architettoniche che impedivano l’accesso a chi impossibilitato a camminare autonomamente (oltre al marito, in quel periodo una delle figlie, per via di un intervento al ginocchio che la teneva su una sedia a rotelle). Dopo aver fatto richiesta al Sindaco di Santo Stefano e al dirigente scolastico di Aiello del Sabato, senza aver ottenuto risposta, Antonella lanciò un appello alla stampa, che diede grande risonanza al fatto e, poche ore prima della recita, consentì lo spostamento in una struttura adeguata.
Oggi Antonella torna a chiedere aiuto, rendendo pubblica la sua difficoltà: “Non mi vergogno, perché non ho fatto nulla per giungere a questa situazione, ma ho deciso di parlarne anche perché sono convinta che numerose famiglie nella nostra provincia, come in altre, si trovino in un simile stato di difficoltà e si sentano abbandonate dalle istituzioni”.
LA PETIZIONE – Nel frattempo, il suo appello è stato accolto da WWWITALIA (a Window to Watch the World), che ha pubblicato la petizione “Cambiare il mondo si può”, e si è impegnata “a sostenerne lo spirito, coraggioso, positivo che lancia le basi per un’economia sostenibile e a misura d’uomo”.
Perché, come spiegano i promotori della petizione, questa può sembrare una storia come tante che ormai ci siamo assuefatti a sentire in questi tempi di crisi, ma mette in primo piano due aspetti molto importanti: innanzitutto l’umiltà del raccontare e del darsi da fare, e in secondo luogo la volontà di condivisione.
Per firmare:
http://www.wwwitalia.eu/italia/index.php/diritti-umani/899-cambiare-il-mondo-si-puo

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