MILANO. È di oltre 2 milioni di euro il fatturato annuo delle otto cooperative e imprese nate all’interno del carcere di Bollate (Milano). Coinvolgono 200 detenuti sui 1.150 presenti. Oggi l’assessore comunale allo sviluppo economico Cristina Tajani ha visitato il penitenziario e ha sottolineato che è una realtà che “va sostenuta e fatta rientrare a pieno titolo nel comparto economico di produzione di qualità della città di Milano”.
LE ATTIVITA’. Nel carcere di Bollate sono attive le cooperative sociali Alice (sartoria, confezioni e riparazioni abbigliamento), Abc la Sapienza in tavola (catering, cucina), Estia (allestimenti scenografici, scenotecnici e illuminotecnici teatrali), Cascina Bollate (commercializzazione di piante), Out&Sider (telemarketing, call center), Stile libero (packaging), oltre alle imprese Bee-2 Srl (promozione di prodotti e servizi, controllo qualità) e Sst Srl (riparazione cellulari, call center).
IL COMUNE. Nel novembre 2011 il Comune di Milano ha creato l’Acceleratore di imprese ristrette (Air), per favorire lo sviluppo di nuove attività produttive all’interno dei quattro istituti penali della città (Bollate, Opera, San Vittore e Beccaria) con uno stanziamento di 500mila euro. “Alle imprese e cooperative più ‘mature’ stiamo anche dando la possibilità di realizzare piani di sviluppo concedendo agevolazioni economiche fino a 45 mila euro ciascuna (di cui il 50% a fondo perduto)”, ha concluso l’assessore.

di Mirko Dioneo

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