di Francesco Gravetti e Stefania Melucci
ROMA. «L’omofobia è razzismo, è indispensabile fare un passo ulteriore per tutelare tutti gli aspetti dell’autodeterminazione degli individui, sportivi compresi». Parole di Cesare Prandelli, contenute nella prefazione del nuovo libro di Alessandro Cecchi Paone e Flavio Pagano «Il campione innamorato. Giochi proibiti dello sport». Il libro approfondisce la sfera privata di grandi campioni dello sport. Storie di atleti che hanno vissuto più o meno complessamente la loro omo o bisessualità. si va dal tennis al pugilato, dal nuoto ai tuffi, dal rugby al ciclismo, dall’atletica al pugilato. Ma è il calcio, in Italia sport popolare per eccellenza, che resta al centro delle polemiche. Prandelli scrive: «Nel mondo del calcio e dello sport resiste ancora il tabu nei confronti dell’omosessualita, mentre ognuno deve vivere liberamente se stesso, i propri desideri e i propri sentimenti. Dobbiamo tutti impegnarci per una cultura dello sport che rispetti l’individuo in ogni manifestazione della sua verità e della sua libertà”. Poi l’auspicio: «Magari presto qualche calciatore farà coming out».
APPELLO A DE LAURENTIIS – Parole chiare, che rimbalzano a Napoli e trovano l’apprezzamento delle associazioni che si occupano dei diritti degli Lgbt: «Prandelli ha centrato il problema – spiega Carlo Cremona dell’associazione I-Ken onlus – perché lo sport è uno degli ambiti dove l’omofobia è in agguato. Mi viene in mente la foto tra Piqué e Ibrahimovic che è impazzata sul web con commenti e pesanti parole. Il mondo dello sport, soprattutto il calcio, ha difficoltà a parlare di omosessualità». Poi l’invito agli azzurri: «Il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis dia un messaggio di rottura. Il 17 maggio è la giornata contro l’omofobia, i giocatori del Napoli potrebbero scendere in campo in un match con una maglia speciale per sensibilizzare l’opinione pubblica».