NAPOLI. Anche durante il periodo di crisi del Paese, l’arte e la cultura non vengono messe in secondo piano, anzi vengono iniziati progetti per la loro divulgazione. Come accade, per esempio, al Rione Sanità, dove la cooperativa “La Paranza” lavora da anni per riportare alla luce le bellezze artistiche e architettoniche di un quartiere conosciuto, purtroppo, solo per episodi legati alla cronaca nera. Per promuovere, quindi, la bellezza storica del quartiere, sono state organizzate due giornate di visite guidate alle Catacombe di San Gennaro, con ingresso libero venerdì 11 e sabato 12. L’iniziativa è stata ideata anche per promuovere e sensibilizzare sulla partecipazione al bando “Che Fare”, un premio promosso tra gli altri dalla Fondazione Ahref, che potrebbe ulteriormente implementare la politica di riqualificazione promossa dai ragazzi del Rione e dalla loro cooperativa attraverso la nascita di una Fondazione di Comunità.
L’ARTE. «Solo la bellezza salverà il mondo» sottolinea Vincenzo Porzio responsabile dell’ufficio comunicazione delle Catacombe di Napoli. Sono le parole di chi crede davvero in un aiuto da parte di tutta la città, nella speranza di rinascita del Rione Sanità. Rinascita che significa poter “riprendersi un territorio”, coinvolgendo quanti più giovani è possibile e inserendoli finalmente in un contesto sociale, potenzialmente lavorativo, nell’ambito del terzo settore. Per sensibilizzare sull’iniziativa la cooperativa ha organizzato due giornate di visite gratuite (con partenza ogni ora) alle Catacombe di San Gennaro e per chi fosse interessato c’è anche la possibilità di sostenere il progetto “Fondazione di Comunità Rione sanità” attraverso il voto online, mediante alcuni computer predisposti all’ingresso della biglietteria. «Al giorno d’oggi, far rete è un metodo vincente- spiega Porzio- nella speranza che questo della comunicazione possa essere un metodo che coinvolga non solo i giovani del Rione Sanità stesso, ma tutti i cittadini di Napoli e tutte le persone che hanno ancora a cuore la loro città».
di Francesca Curcio
PER SAPERNE DI PIU’