NAPOLI. Continua a Napoli il dramma dei circa duemilacinquecento richiedenti asilo politico (GUARDA IL VIDEO). Arrivati da Lampedusa in estate, sono “ospitati” in Campania da oltre quattro mesi in strutture alberghiere che ricevono, in base all’accordo stato-regione per l’emergenza umanitaria, una cifra compresa tra i 36 e i 50 euro per il mantenimento di ogni rifugiato. Non solo sfruttati negli alberghi come camerieri e imbianchini, come denunciato in un video che li ritraeva a ritinteggiare le pareti di uno degli alberghi dove risiedevano temporaneamente, ci sono anche problemi per fare la spesa. Ora un nuovo tassello si aggiunge all’accoglienza che non funziona: dalla difficoltà nl raggiungere i negozi convenzionati alla rivendita illegali dei ticket.

LA BEFFA DEI BUONI SPESA – Fino alla scorsa settimana, infatti, i 2500 migranti, oltre vitto e alloggio spesso malgestito dagli albergatori e poco controllato dal dipartimento regionale della protezione civile, non avevano ricevuto nessun aiuto. Poi la svolta con i ticket: buoni spesa da 2,50 euro in blocchetti del tutto simili ai più conosciuti buoni pasto per provvedere all’acquisto di vestiti, sigarette, biglietti autobus e altri prodotti di prima necessità. Alla consegna dei ticket è assegnato ai migranti anche un elenco con i negozi convenzionati dove è possibile spendere. Sono bastati solo pochi minuti agli aspiranti rifugiati per scoprire che dietro i ticket si celava l’ennesima beffa. Nel lungo elenco, ci sono solo attività commerciali che vendono beni alimentari, invece i richiedenti asilo hanno bisogno di prodotti per l’igiene personale, come lamette e schiuma da barba, e soprattutto abiti e scarpe, queste ultime trattenute in Italia, dopo lo sbarco a Lampedusa. L’unica rivenditoria di tabacchi e schede telefoniche, utili per contattare i familiari nei paesi d’origine e per aquistare biglietti per i mezzi pubblici, si trova nel quartiere Fuorigrotta, dove è impossibile arrivarci a piedi per chi vive negli alberghi di piazza Garibaldi. Per raggiungere l’agognata tabaccheria, bisogna prima farsi multare su autobus e treni e poi acquistare il biglietto. L’ennesimo paradosso.

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IL MERCATO NERO – Non solo difficoltà di spostamento, ma anche differenze sui prezzi dei prodotti venduti nei negozi convenzionati. Costi gonfiati. In alcuni esercizi che abbiamo visitato, ad esempio, una cassa d’acqua della stessa marca viene pagata 1,60 euro da un acquirente italiano che entra nell’esercizio commerciale alle 16:31, dieci minuti dopo il costo delle sei bottiglie è di 2,20 euro solo perché l’acquirente si presenta alla cassa con i famigerati ticket. Stessa storia per le lamette da barba: 5,10 per gli italiani, 6,20 euro per lo straniero. Lo scandalo non sembra arrestarsi. Da qualche giorno è iniziato una sorta di “mercato nero” dei ticket, denunciato dagli stessi commercianti. Alcuni stranieri più esperti e con buona probabilità legati alla criminalità organizzata, hanno iniziato ad acquistare a prezzi ribassati interi blocchi di ticket. Un mercato da migliaia di euro che viene involontariamente alimentato dai richiedenti asilo che, pur di avere liquidità immediata, cedono i propri titoli. Una situazione che ha spinto alcuni commercianti a recedere la convenzione con la Regione per evitare di restare coinvolti in una situazione illegale. I controlli, però, continuano a mancare.

UNA SITUAZIONE ESPLOSIVA – Intanto, le commissioni preposte a valutare la legittimità della richiesta di asilo hanno respinto ben 97 casi su 100. La motivazione, secondo fonti ufficiose, perché “non vi sono i presupposti necessari a essere riconosciuti come rifugiati politici in quanto giunti in Italia solo per sfuggire alla situazione economica dei paesi di origine”. Eppure sembrerebbe che tra i respinti vi siano esponenti di primo piano di sigle di opposizione di diversi regimi africani. Intanto, nei prossimi giorni continueranno a giungere in Campania nuovi richiedenti asilo, la situazione continua a essere pronta a esplodere.
(da Corriere del Mezzogiorno)

Stefania Melucci
Luca Mattiucci 

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