FOGGIA. Aveva dimenticato il volto ed il nome di chi aveva commesso violenza sul suo corpo. Una violenza talmente forte che le aveva fatto perdere tracce di memoria. La memoria rimossa, cancellata, forse come segno di autoprotezione. Perché non voleva ricordare che a commetterle violenza fosse stato proprio il suo compagno, l’uomo che amava e con cui condivideva la vita da più di tre anni. Quella di Maria (nome di fantasia) è solo una delle tante storie ascoltate e seguite dagli operatori del Centro Antiviolenza di Foggia, il servizio promosso dall’assessorato comunale alle Politiche Sociali, in collaborazione con l’Asl di Foggia e l’associazione Donne Insieme. Ad un anno esatto dalla sua entrata in funzione, 6 dicembre 2011, è già tempo di bilanci, di numeri, di conoscenze di storie. Alcune drammatiche, come quella di Maria, altre più lievi, ma che hanno come sfondo angoli di vita maltrattati, abusati. Specialmente negli ambienti domestici.
IL NUMERO VERDE. «Il Centro Antiviolenza con il Punto di ascolto e di accoglienza ha lo scopo di sostenere le donne in percorsi di uscita dalla violenza. Per questo, è importante contattare subito il nostro numero verde 800180903 una volta riconosciuta una forma di abuso di cui si è vittime. E’ importante per instaurare un primo contatto, un primo incontro» spiega Lara Vinciguerra, coordinatrice del Punto di Ascolto del CAV. E quando parlano di violenza, gli operatori del CAV si riferiscono non solo a quella fisica e sessuale, ma anche a quella economica, mobbing, stalking e psicologica. Anzi. «Abbiamo riscontrato – aggiunge Vinciguerra – che quella psicologica è una forma di violenza sottile, strisciante, a volte molto più forte di quella fisica». Ed allora, chi si sente strangolare da ogni tipo di vessazione può chiamare l’800180903, attivo 24 ore su 24, e fare affidamento sulle competenze di due operatrici telefoniche disponibile all’ascolto e a capire il problema. Le altre figure del CAV sono: un’assistete sociale, due psicologhe e due educatrici.
I DATI DEL CAV. Nel primo trimestre di attivazione del telefono verde, dunque, hanno chiamato 40 persone. Quasi tutte donne. Poi i numeri sono cresciuti. 60 contatti nel secondo trimestre, 87 nel terzo e 217 negli ultimi tre mesi presi in esame. «Sempre più gente ha sentito l’esigenza di contattarci, di parlare del proprio vissuto. Ed attualmente – prosegue Vinciguerra – il CAV di Foggia sta seguendo 24 casi di violenza accertati. Un’attività di assistenza resa possibile anche grazie alla fitta collaborazione che stiamo avendo con altri enti locali. Per questo, siamo convinti che dovrebbero rafforzarsi i punti di contatto con il CAV al fine di radicare la nostra realtà nel territorio, visto che la violenza si annida maggiormente nei contesti domestici».
PREVENZIONE DEI MINORI. Secondo Vinciguerra, quindi, la rete dovrebbe aprirsi anche alle scuole, agli insegnanti ed ai professori che «possono cercare di rintracciare forme di disagio nei loro ragazzi. Un disagio che può derivare anche dall’aver assistito a manifestazioni di violenza da parte dei genitori o, nei casi peggiori, esserne stati anche vittime. E’ indispensabile intervenire sui minori perché imparano la violenza dagli adulti e, a loro volta, potrebbero utilizzare lo stesso comportamento una volta diventati grandi». Intanto, per garantire una maggiore possibilità di autonomia e reintegrazione sociale verso le donne che chiedono aiuto, la Regione Puglia ha finanziato la realizzazione di una Casa Rifugio per donne vittime di violenza che nascerà nei prossimi mesi nella città di Foggia.
 

 di Emiliano Moccia

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