NAPOLI. Che il settore non profit abbia da sempre una difficoltà a reperire fondi per le proprie iniziative non è certo una novitá, ma con l’incalzare della crisi la situazione pare sempre di più peggiorare soprattutto da quando il grande alleato del Terzo Settore, la pubblica amministrazione, ha ridotto all’ osso le erogazioni toccando la soglia di -36% dal 2006 al 2012. I dati forniti dall’ultima rilevazione dell’Istituto italiano della donazione reestituiscono, inoltre, una fotografia a dir poco preoccupante sul fronte delle contribuzioni private: nel solo 2011 il calo registro è pari al 37%. Ma allora come tentare l’uscita dalla crisi per un comparto che misura ben il 4,3% del PIL nazionale ( dati ISTAT 2012) ?
L’IDEA – Una soluzione possibile pare arrivare dai Paesi Anglosassoni ma, almeno stavolta, assomiglia piu ai consigli dei nonni nostrani che chiunque di noi si sarà trovato a ricevere in prossimita della scelta lavorativa: il posto fisso. Chi, come molti anziani, si è trovato a vivere la precarietà del dopoguerra, infatti, ha da sempre ben presente quale salvezza sia un reddito a volte modesto ma pur sempre certo e durevole. Applicando lo stesso principio al concetto di donazione, con tutte le varianti del caso, ecco nascere allora il PayRollGiving. “Questo nuovo strumento, che tradotto diviene donazione in busta paga – spiegano dall’organizzazione MLI – è una nuova modalità di raccolta fondi che si rivolge a quelle fasce sociali che, nonostante la crisi, hanno resistito meglio di altre: i lavoratori dipendenti di aziende sia private, sia pubbliche”. Insomma, se la grande società non è disposta a sostenere una buona causa, ci pensano i suoi dipendenti. “Il lavoratore aderisce al programma firmando un modulo. – proseguono dall’associazione – e l’ importo della donazione viene trattenuto sulla busta paga mensile e puó corrispondere ad una o piuú ore di lavoro.Si puó, infine, decidere se destinare la donazione a una o più organizzazioni o progetti solidali.Ovviamente, in qualunque momento è possibile recedere dal percorso di sostegno”.
DEDUCIBILITA’ FISCALE – E per chi resta scettico sulla riuscita “dell’ importazione” di una pratica a noi tanto estranea basta dare un’ occhio all’ elenco delle realtà che hanno già aderito per rendersi conto che il successo è dietro l’ angolo: è il caso dell’Agenzia delle Entrate che, dopo aver dichiarato l’ammissibilità della donazione in busta paga esprimendosi anche a favore della deducibilità fiscale ha, poi, essa stessa aderito, lanciando un programma di payroll giving per i suoi dipendenti promuovendolo su brochure, rete intranet e tovagliette della mensa. A spiccare, subito dopo, è il big player Simply dell’Auchan, molto presente nel Sud Italia che con ha avviato un percorso di sostegno per le popolazioni emiliane colpite dal terremoto che ha coinvolto 5.000 dipendenti raccogliendo ben 60.000 euro in pochi giorni.
IL SALONE DELLA RESPONSABILITA’ SOCIALE – Una pratica che ben si lega a quella della ben più diffusa della responsabilità sociale d’impresa che sarà al centro del primo salone nazione della RSI organizzato per il prossimo 5 aprile esino al 13 proprio nel capoluogo partenopeo nell’ ambito della Borsa Mediterranea del turismo, dove saranno messe in relazione il non profit con le imprese e le aziende del territorio. “Un progetto ambizioso – spiega Raffaella Papa, presidente dell’associazione “spazio alla responsabilitá” che organizza la kermesse- e piu ampio rispetto al solo evento. Alle aziende aderenti al circuito di Confindustria ed a tutte le associazioni datoriali, infatti, stiamo sottoponendo la sottoscrizione di un manifesto per la RS”. insomma, anche a guardare i dati, pare davvero che un aiuto al sociale concreto ed importante sia sempre più destinato ad arrivare dal mondo for-profit “I dati raccolti su di una campionatura di circa 300 aziende con sede a Napoli, Bari e Potenza – concludono da MLI – ci indicano il crescente interesse verso questo innovativo sistema di fund raising: nel 42% dei casi è stata attivata una procedura del genere. Dati inimmaginabili al Sud sino a qualche anno fa”.
di Luca Mattiucci
*estratto da Corriere Economia del 17 dicembre 2012