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Burundi, ucciso un volontario italiano

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ROMA. Una suora croata e un volontario italiano sono stati ammazzati a Kiremba, nel sud-ovest del Burundi. Si tratta di Madre Lukrecija Mamic e Francesco Bazzani, lavoravano entrambi all’ospedale di Kiremba, che è finanziato dalla diocesi di Brescia. Bazzani, di origini veronesi, si occupava in particolare del settore amministrativo. Aveva 59 anni ed era in Burundi con l’Ascom dal 2010. Prima lavorava come odontotecnico. Sempre vicino a Kiremba era già stato rapinato, sei mesi fa. E’ stato un colpo di fucile al bacino a ucciderlo: il proiettile avrebbe provocato un’emorragia risultata fatale al volontario italiano, ha riferito Giovanni Gobbi, presidente dell’Ascom di Legnago. «Noi eravamo in pensiero – ha raccontato la sorella, Rosanna – gli chiedevamo di stare attento, ma lui diceva che non dovevamo preoccuparci. Mio fratello non era una persona che andasse allo sbaraglio». 

FERITA. Nell’assalto è rimasta ferita anche una suora italiana, Carla Brianza (originaria della provincia di Brescia) che si trovava con il cooperante italiano. E’ stata ricoverata ed operata durante la notte, ma le sue condizioni non sono preoccupanti, rende noto la Farnesina. I presunti assassini sarebbero già stati arrestati. Si tratta di due uomini di 20 e 24 anni, ha riferito il portavoce della polizia Pierre-Chanel Ntarabaganyi all’agenzia France Presse. “Siamo sicuri si tratti dei due assassini”, visto che “abbiamo le prove”, ha aggiunto.

SEQUESTRI. Negli ultimi mesi, sono stati diversi i casi di sequestro di volontari 2 che operano in diverse parti del mondo. Due sono italiani: il 23 ottobre, in Algeria, è stata rapita Rossella Urru 3 insieme a due colleghi spagnoli. Rossella ha 27 anni, è di Oristano, e lavora con il Cisp, comitato italiano per lo sviluppo dei popoli. Francesco Azzarà 4, di Emergency, è stato sequestrato in Sud Darfur il 14 agosto mentre andava in aeroporto per accogliere un collega. Dopo una serie di contatti iniziali che lasciavano sperare per il meglio, i tempi per il suo rilascio si sono allungati.

di Mirella D’Ambrosio

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