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Pedofilia, la missione di Don Di Noto: «Così combatto gli orchi»

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don-fortunato-di-notodi Giuliana Covella
ROMA – Mai nessuno aveva pensato di far intitolare una piazza ad una vittima di pedofilia. Loro lo hanno fatto, ad Aidone, in provincia di Enna, dove dallo scorso luglio esiste piazza Vincenzina Sudano, una bimba abusata da un orco che tutti vogliono ricordare nel suo paese, ma anche in altre città d’Italia. Almeno è ciò che i volontari dell’associazione Meter provano a fare dal 1989. Lottare contro la violenza sui minori e per l’affermazione e la tutela dei diritti dell’infanzia. Eccola la missione di don Fortunato Di Noto. Da ventiquattro anni, insieme ai volontari della onlus che ha sede ad Avola, nel Siracusano, don Di Noto combatte gli orchi che si nascondono dietro padri, fratelli, zii, cugini, amici di famiglia o vicini di casa insospettabili. In continuo contatto con gli uffici della Polizia postale, i soci di Meter segnalano ogni giorno centinaia di abusi, violenze e maltrattamenti su minori attraverso siti pedopornografici, portali web, community che agiscono indisturbati in rete.
I NUMERI – I dati relativi al 2012, ultimo report dell’associazione, parlano di oltre 100.000 siti pedofili e pedopornografici, con una diminuzione rispetto al 2011: si è passati da 20.390 a 15.946 nel web “visibile”. In pauroso aumento invece la presenza della produzione, divulgazione e detenzione di materiale pedofilo e di abusi sui bambini: nel “deep web” sono 56.357 quelli monitorati in un solo anno. Crescono i social network, con 1.274 segnalazioni rispetto alle 1.087 del 2011. I casi seguiti al Centro di ascolto e accoglienza sono stati 61 rispetto ai 28 dello scorso anno (dal 2002 al 2012 sono stati in totale 951). Le consulenze telefoniche 839. Nella prevenzione sono state incontrate 18.600 persone, tra cui 8190 studenti. Nell’ambito della prevenzione nella Chiesa sono state coinvolte  13 diocesi.
IL WEB – Sconcertante e incontrollabile il “deep web”, con 56.357 siti monitorati e segnalati. Questa parte nascosta del web è diventata il luogo ideale di coloro che delinquono da tutto il mondo. Un mondo nascosto vasto circa 550 volte rispetto al web visibile (i file emersi sono circa 2 miliardi, quelli sommersi 550 miliardi). Ma che cosa fa Meter, oltre a segnalare e denunciare le minacce che arrivano dal web? Offre una serie indispensabile di servizi quali il Centro di primo ascolto, i corsi di formazione, la biblioteca, il cineforum per bambini, il laboratorio equosolidale di ceramica. Ma soprattutto la Casa Meter per i piccoli violati che vivono in particolari condizioni di disagio economico. Tutto – va detto – senza alcun finanziamento pubblico e senza dimenticare mai la tutela dei diritti dei minori, come l’ultima denuncia sui portali degli scrittori pedofili inviata a Polizia postale e Procura distrettuale di Catania.
LA DENUNCIA  – Si tratta di un sito dove si riuniscono virtualmente gli orchi, tra cui molti italiani, che rendono pubbliche le loro perversioni in forma letteraria: racconti erotici, ma soprattutto pedopornografici che hanno come protagonisti minori che vengono violentati. Stupri paradossalmente e orribilmente “giustificati”: il “disclaimer” del sito, infatti,  recita che, trattandosi di “opere di fantasia”, è possibile pubblicarle. «Sono esseri viscidi – tuona don Fortunato -. Ma come si fa a dire che “sono solo idee, immaginazione”? Così fanno i negazionisti del nazismo e dei campi di concentramento quando dicono che la soluzione finale era solo un’idea. Chiediamo alla magistratura la chiusura immediata del portale e di aprire un’indagine per istigazione alla pedofilia e alla sua pratica».

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