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Il mondo di Erri De Luca

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In una conversazione con Gian Luca Favetto, Erri  De Luca affermava: “Ho cominciato a scrivere perché mi sarebbe piaciuto scappare. Prima ho cominciato a leggere: i libri di mia madre, di mio padre, erano in una stanza silenziosa di una città che non dormiva mai. Napoli è una città che non chiude mai e io invece, per temperamento, volevo chiudere”

Il suo impegno letterario testimonia la sua impossibilità a farlo…quantomeno con la sua terra.

Nei suoi testi compaiono, infatti, costantemente affetti e ricordi legati a Napoli, rappresentata come città solida, accogliente, resiliente, unica.

Già nel libro del suo debutto” Non ora, non qui” Napoli fa da sfondo alla sua infanzia e, a seguire, nel testo “Il giorno prima della felicità” lo Smilzo, il protagonista cresciuto da orfano in una guardiola con Don Gaetano, diverrà uomo attraverso storie di guerre di viaggi, di Napoli

Anche “In Montediddio, la vera protagonista è la città con le sue molteplici e diverse povertà, con i suoi profumi, le infinite ambiguità, con il suo dialetto “l’italiano è una lingua senza saliva, il napoletano tiene uno sputo in bocca e fa attaccare bene le parole”.

Eppure in “Pianoterra”, scritto quando De Luca raggiunse Belgrado, bombardata dalla Nato, gli eventi, i personaggi, le emozioni descritti risentono della cultura del “basso”

In “Spizzichi e bocconi” l’autore conduce tra odori e sapori, sino ad un nostalgico mondo fatto del ragù domenicale, di ricette familiari tramandate di generazioni in generazione

Fino a giungere “A schiovere”, ove facendo filtrare l’emozione dei ricordi nella trama delle parole, nei modi di dire ed espressioni gergali, l’autore pare desideri preservare Napoli nella sua autenticità, in una sospensione di tempo. Esistono termini, descrittivi di stati d’animo, che solo chi è di questa terra può cogliere ma che sfuggono a tutti gli altri.

Insomma chi vuol conoscere Napoli e tracce di un’umanità ancora palpitante, si accosti ai libri di Erri De luca che spinto dal desiderio di chiudere, ha invece aperto la sua città al mondo.

                                                                                                                                          di Maria Rosaria Ciotola

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