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Bambine vittime di violenza, tra allarme e prevenzione

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foto-home1ROMA. Si inizia dalle scuole con una serie di incontri con gli studenti per riflettere sugli stereotipi che riguardano il mondo femminile già presenti e ben annidati in età pre-adolescenziale. Vengono coinvolti anche gli adulti – insegnanti e genitori – per fornirgli strumenti utili a individuare situazioni di disagio potenzialmente pericolose. È uno dei progetti della campagna InDifesa promossa da Terre des Hommes, associazione internazionale attiva da oltre cinquant’anni nel mondo e presente in Italia con una sede a Milano. Tutto è partito l’11 ottobre scorso quando, in occasione della prima Giornata Onu delle Bambine, l’associazione si è fatta promotrice dell’iniziativa nata con l’obiettivo di garantire alle bimbe di tutto il mondo istruzione, salute, protezione dalla violenza, intervenendo con azioni di contrasto di alcune terribili forme di discriminazione come la violenza che riguarda le “bambine domestiche” in Perù, le “spose bambine” nel Bangladesh, le “mamme bambine” in Costa d’Avorio, le “bambine salvate dall’infanticidio” in India. Ma poi ci si è accorti che anche in Italia c’era tanto da fare soprattutto nella prevenzione degli abusi. Nel nostro Paese, dalle 4.319 vittime minorenni del 2010 si è passati alle 4.946 del 2011, con una crescita quasi del 15%. E degli oltre 4.900 reati di abuso e violenza sui minori registrati dalle Forze dell’Ordine, il 61% è stato compiuto a danno di bambine. Sono loro le più vulnerabili, soggette troppe volte ad abusi sessuali.
I NUMERI. Il dato diventa infatti ancora più pesante quando si parla di violenza sessuale o di violenza sessuale aggravata: nel primo caso, le bambine rappresentano l’83% del totale, pari a 822 vittime nel 2011, nel secondo caso sono 434 le vittime, l’82% femmine. E allora un ruolo fondamentale gioca l’educazione. «Crediamo fortemente nella necessità di puntare sulla prevenzione per combattere la violenza e la discriminazione di genere», afferma Federica Giannotta, responsabile diritti dei bambini di Terre des Hommes. «Per questo abbiamo deciso di destinare a questa attività nelle scuole parte dei fondi raccolti con la campagna Indifesa, partita lo scorso autunno e che durerà 3 anni». Si inizia dunque dal demolire gli stereotipi in tema di differenze di genere e si lavora sui preconcetti già presenti e strutturati nei ragazzi tra gli 11 e i 14 anni. «La clinica sulle vittime di violenza e sugli uomini che la perpetrano ci insegna che il modo migliore per eliminare la violenza di genere è insegnare il rispetto tra uomini e donne e la possibilità di risolvere i conflitti in modo non violento», dichiara Nadia Muscialini, responsabile del Centro Soccorso Rosa dell’Ospedale San Carlo di Milano che collabora con Terre des Hommes alla concretizzazione del percorso educativo nelle scuole. Regione pilota del progetto è la Lombardia, ma l’auspicio è che l’associazione possa portare gli incontri sull’educazione di genere anche in altre regioni. Inoltre, con i fondi raccolti grazie alla campagna InDifesa, Terre des Hommes finanzia progetti in Perù, Bangladesh, India e Costa d’Avorio volti soprattutto a garantire un’adeguata istruzione primaria e secondaria alle bambine, leva importante del cambiamento in questi paesi. Mentre in Italia l’associazione è impegnata anche su altri fronti. In fase di ultimazione è la ricerca, realizzata in sinergia con lo Sportello Bambino Maltrattato (SBAM) della Clinica Mangiagalli di Milano, sulle capacità dei pediatri di riconoscere i segni di maltrattamento fisico e psichico dei bambini e di darne corretta segnalazione. Una ricerca che ha coinvolto oltre 250 medici con l’intento di evidenziare eventuali carenze nella gestione dei delicati casi di maltrattamento e di ripartire proprio da queste, predisponendo strumenti efficaci per garantire maggiore protezione ai bambini coinvolti in casi di abuso. I risultati a marzo.

di Antonella Migliaccio

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