Una piazza Dante gremita e colorata da migliaia di persone per celebrare il 25esimo anniversario del primo Pride a Napoli e chiedere l’approvazione immediata da parte del Parlamento del Ddl Zan volto a punire comportamenti omofobici e discriminazione di genere e dell’orientamento sessuale. Il sabato napoletano, giorno dell’evento denominato Jesce Sole organizzato da Arcigay Napoli e dalle altre sigle del mondo omo e trans, è intriso di rivendicazione dei diritti Lgbtqia non ancora del tutto conquistati nonostante i passi in avanti rispetto al primo Pride datato 1996. A prendere parte a Jesce Sole personaggi del mondo musicale, dello spettacolo e politico: da Paola Turci ad Arisa a Franco Ricciardi, Maria Mazza e Vladmir Luxuria. E ancora: Alessandro Zan, il senatore del Partito Democratico estensore del Ddl già approvato alla Camera ma non al Senato dove potrebbe subire modifiche, il sindaco Luigi de Magistris e i candidati sindaci alla tornata elettorale di ottobre come l’ex primo cittadino Antonio Bassolino, Gaetano Manfredi, l’assessore Alessandra Clemente, l’ex assessore Sergio D’Angelo.

Le parole del senatore Zan– Da piazza Dante chi partecipa non arretra di un millimetro sulla necessità di approvare il Ddl Zan. A farsene portavoce è ancora una volta il senatore democratico intervenuto a Jesce Sole. «Non possiamo finire come l’Ungheria e la Polonia. Approvare una legge come questa significa posizionare l’Italia tra i Paesi più avanzati, non approvarla significa darla vinta a Salvini che flerta, come la Meloni, con Orban e Duda e con quei Paesi che stanno facendo leggi omofobe e sessiste e che stanno riducendo le libertà. L’Italia non può scivolare rovinosamente verso quei Paesi» le parole di Alessandro Zan che aggiunge sulla discussione in atto in Parlamento: «Il rischio è che il Parlamento dimostri di essere lontano dai cittadini rispetto alle rivendicazioni che vengono soprattutto dai giovani e giovanissimi che sono il nostro futuro. È importante che il 6 luglio si voti al Senato per far uscire la legge dalle pastoie. Spero e confido che vi sia buon senso – conclude Zan – perchè questa è una legge che l’Italia aspetta da oltre 25 anni». Il sindaco Luigi de Magistris rivendica come Napoli abbia «dimostrato soprattutto in questi anni di lottare per i diritti, per conquistare diritti e per mettere al centro le persone» con il primo cittadino che ricorda il varo del registro delle unioni civili, la realizzazione dell’Anagrafe, le carte d’identità, la realizzazione della casa di accoglienza per persone Lgbt vittime di violenza.

Le rivendicazioni

 Daniela Falanga, presidente Antinoo Arcigay Napoli ricorda: «In questi 25 anni è stata fatta molta strada: ci sono le Unioni civili ma c’è ancora una parte di cittadini che esige i propri diritti e se i politici non sono in grado di andare incontro a questa trasformazione, allora devono lasciare il posto ai ragazzi che stanno facendo la differenza. Il Ddl Zan ma definisce le possibilità per poter realizzare davvero uno Stato democratico e liberale dando finalmente l’opportunità di poter chiamare le persone transessuali con nome e cognome, di poter essere visti e di avere diritti e di vivere secondo le proprie necessita». A parlare al Pride anche Francesca Pascale, ex compagna di Silvio Berlusconi. «C’è in Italia una parte politica che non riesce a vedere, ad ascoltare che è cieca e le leggi non sono al passo con il tempo». Quella di piazza Dante non è stata rappresentata «da schizzati come ho sentito dire da alcun persone appartenenti alle istituzioni» ma «colorata, bellissima, pacifista, che ha voglia di diritti, di persone che vogliono essere considerate come tutti ma purtroppo in Italia questo non accade soprattutto per quella parte politica da cui bisogna semplicemente prendere. le distanze perchè è pericolosa».

di Antonio Sabbatino