Un passaggio a Napoli per fare il punto della situazione sulle attuali politiche migratorie in Italia, giudicate evidentemente sbagliate, prima di ripartire verso la zona Sar (in inglese Search &Reascue, cioè ricerca e salvataggio) libica in cui la Guardia Costiera del Paese nordafricano molto spesso si è macchiata di pratiche illegali e inumane ai danni dei migranti desiderosi di raggiungere l’Europa per costruirsi un avvenire. La Mediterranea Saving Humans, Ong che con la sua nave Mare Ionio partecipa ai soccorsi dei disperati del mare strappandoli molto spesso a un terribile destino, ha presentato il suo equipaggio di terra – composto da napoletani e punto di riferimento per l’intera Campania nato durante la pandemia da Coronavirus – all’ex Asilo Filangieri di vico Maffei 4. L’iniziativa, che precede il nuovo approdo in mare della Ong, è stata anche l’occasione per la Mediterranea Saving Humans per ribadire come la Libia rappresenti un vero e proprio inferno vissuto da chi lascia i Paesi d’origine dell’intero Continente africano con la speranza di sfuggire da fame e siccità. I migranti, una volta arrivati in Libia, come se non fossero state già abbastanza devastanti le lunghe traversate nel deserto e le vessazioni subite dai trafficanti di esseri umani che intascano forti somme di danaro per raggiungere un sogno spesso tramutatosi in incubo, hanno dovuto convivere a lungo con continue violenze, stupri, torture perpetrate in lager e prigioni illegali. Tutto ciò in attesa di essere spediti in mare per la traversata del Mediterraneo verso l’Italia e l’Europa pagando nuovamente un viaggio insicuro, rischioso per la stessa vita di chi lo vive.

Contro il rifinanziamento degli accordi con la Libia – Già da tempo anche Mediterranea Saving Humans, così come fatto dalle altre organizzazioni umanitarie e Ong, ha stigmatizzato il rifinanziamento degli accordi sul tema immigrazione tra Italia e Libia, dichiarato porto non sicuro, ritenuto come una ulteriore occasione di affari per i trafficanti di esseri umani e scafisti. L’accordo è stato definito dalla Mediterranea Saving Humans «scandaloso. La Libia, come è dimostrato da numerose inchieste giornalistiche e numerose relazione di osservatori internazionali, è un Paese che ha costruito dei veri e propri lager in cui migliaia di migranti provenienti da tutto il continente africano vengono rinchiusi, torturati e spesso uccisi. I soldi del governo italiano servono nei fatti a mantenere questo sistema oppressivo e violento» la posizione di Mediterranea Saving Humans, aggiungendo: «Le navi delle Ong che solcano il mare Mediterraneo per portare soccorso sono costantemente vittime di repressione e inchieste giudiziarie fondate su fantasiose accuse di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, che finiscono costantemente per essere archiviate, ma che impediscono, nel mentre, alle Ong di svolgere le attività di soccorso» Anche Papa Francesco nell’angelus di domenica 24 ottobre «ha voluto citare le parole usate dai giudici di Agrigento nell’archiviazione dell’ennesimo processo contro la Mediterranea Saving Humans, per ricordare che la Libia non è un paese sicuro e che i respingimenti sono pratiche disumane» l’ulteriore sottolineatura.

Il documentario – A margine della presentazione dei membri dell’equipaggio di terra della Mare Ionio, è stato proiettato il docufilm “Iuventa” del regista Michele Cinque, presente all’Asilo Filangieri. Il lavoro cinematografico è incentrato sulla storia della nave della Ong Jugend Rettet il cui equipaggio, dopo un salvataggio in mare di decine di persone che rischiavano di morire, è stato messo sotto processo per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina Accusa ritenuta dalle ong “fuori da ogni attinenza con la realtà’’.

di Antonio Sabbatino

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui