zombie 00001NAPOLI – Lasciarsi andare a mondi di fantasia, ma anche trovare nuovi modi per raccontare la realtà, senza dimenticare chi “resta indietro”. C’è spazio anche per il sociale al Napoli Comicon 2013, la grande fiera del fumetto che si è tenuta alla Mostra d’Oltremare dal 25 al 28 aprile. Anche quest’anno decine di migliaia di appassionati hanno affollato i padiglioni e l’area esterna districandosi gli stand e gli eventi della manifestazione, giunta ormai alla XV edizione.

IL PROGETTO – Cosa farebbero i napoletani se dovessero affrontare un’invasione zombie? E’ questa la domanda da cui nasce il progetto “47 deadman talking”, che prende in presto l’orda di morti viventi di Romero (ispirandosi al recente telefilm “The walking dead”) e la catapulta nella realtà napoletana, con tutto ciò che ne consegue. In una Napoli sotto attacco non c’è spazio per sceriffi dal grilletto facile e soldati armati fino ai denti: gli zombie dovranno vedersela con Mariarca, Titina e Assunta, le tre procaci protagoniste di “Vrenzole contro Zombie”, in una serie di situazioni totalmente imprevedibili.
Ma come può il mondo del fumetto venire incontro ai diritti dei più deboli? Come spiega Andrea Errico (che insieme a Giampaolo Mele e Davide Tinto ha presentato il progetto “47 deadman talking” presso lo stand ArtSteady), è necessario che i mondi di fantasia ricreati da quella che Hugo Pratt definiva ‘letteratura disegnata’ mantengano una certa, seppur relativa, aderenza con la realtà. Che raccontino in qualche modo anche la vita di tutti i giorni, senza dimenticare quegli aspetti del quotidiano che in una realtà fantastica (e quindi irraggiungibile) spesso spariscono.
LA DEDICA – “Noi parliamo di Napoli per quella che è, – ha spiegato Errico, – anche con i suoi difetti. La gente guarda le storie e ci ride solo, perché lo sa: la vita è anche questa. Secondo me un editore dovrebbe rappresentare anche questi aspetti del quotidiano. Nelle prossime storie vogliamo inserire elementi che evidenzino che, anche in un momento di difficoltà, una persona può incontrare un’altra persona che ha un problema maggiore e non decide di lasciarla indietro ma di aiutarla. Come a dire: ce la faremo”. Il proposito inizia con la tavola disegnata in esclusiva per Comunicare il Sociale, in cui una delle tre “vrenzole”, spingendo una sedia a rotelle in una città invasa degli zombie, sembra dire: ma tanto ce la faremo, che vogliono questi?

di Nico Falco

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