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Giubileo per i Romani e salute mentale: Progetto Itaca apre la terza Porta Sociale

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itaca1ROMA – Quasi 60 giovani con disagio psichico impegnati a riprendere in mano la loro vita attraverso un innovativo modello di socializzazione e reinserimento occupazionale. Di questi 20 hanno già intrapreso con successo un percorso esterno di lavoro. Ad esempio, sono 4 i giovani coinvolti nel progetto Job Station, centro di telelavoro assistito per disabili psichici; un giovane è stato assunto a tempo indeterminato nell’amministrazione di una grande azienda; tre sono assunti in una ditta di pulizie. Questi sono i numeri dell’associazione Progetto Itaca Roma, oggi protagonista dell’apertura della terza Porta Sociale da parte del Giubileo per i Romani, il coordinamento del Terzo Settore che per l’Anno della Misericordia vuole offrire una risposta strutturale alle tante fragilità sociali della città, soprattutto delle periferie.

E’ stato Cristiano, uno degli utenti di Progetto Itaca Roma, a condurre simbolicamente i presenti attraverso gli spazi che, dopo diversi anni di profonda sofferenza e isolamento sociale per il suo disturbo mentale, gli hanno permesso di tornare a una qualità di vita molto soddisfacente fatta di lavoro, amicizie, famiglia e una vita affettiva. Inoltre, ha trovato il coraggio di scrivere la propria autobiografia intitolata “Alla fermata”, pubblicata con Edizioni Progetto Cultura.

«Oggi lanciamo un messaggio di speranza: il disagio psichico si può curare bene – ha dichiarato Guido Valentini, direttore di Club Itaca Roma – ed è possibile avere una qualità di vita eccellente! La terza Porta Sociale si spalanca sulla Salute Mentale perché i centri di riabilitazione psichiatrica sono aperti al mondo ed è questa una componente fondamentale del benessere degli utenti. Come rivelano le statistiche, è un’esigenza riguardante soprattutto i più giovani, per cui Progetto Itaca Roma rappresenta, nella capitale, un punto di riferimento, un fattore di protezione per “invertire la rotta” della marginalità perché prima si interviene, maggiori sono le probabilità di cura»

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