La necessità di promuovere nuovi modelli di inserimento lavorativo in favore dei migranti giunti in Europa per crearsi un avvenire. È la conclusione della ricerca condotta con il sistema statistico Nace (che classifica le attività economiche nelle Comunità europee) attraverso l’ausilio di 83 soggetti professionali (47 donne e 36 uomini di età inferiore media ai 40 anni) da UpGrad_Me 2.0, il progetto che coinvolge diversi Paesi del Mediterraneo europeo: Cipro, Malta, Spagna e Italia che vede tra i promotori dell’iniziativa Arciragazzi con sede a Portici.

Tra gli ambiti approfonditi dell’Outputntellettuale del progetto, “UpGrad_Me 2.0 Research”: Agricoltura e Pesca; Manifattura; Commercio all’ingrosso e al dettaglio; Edilizia; Trasporti; Formazione Scolastica; Arte, intrattenimento e ricreazione; Informazione e comunicazione. Nutrito anche l’elenco delle competenze inserite nel questionario sottoposto alle figure professionali.

Dal pensiero critico alla leadership. Dal lavoro di squadra alla formazione continua alla creatività, spirito di iniziativa, capacità di analisi, abilità di negoziazione, tolleranza alla frustrazione. Necessario dare qualche riferimento numerico così come ricordato durante una diretta Skype di questa mattina con interventi dei vari Paesi oggetto dello studio. In Italia, secondo i dati Eurostat risalenti all’inizio del 2021, il tasso di disoccupazione giovanile è del 29,7% tra le più alte del Vecchio Continente. Nel nostro Paese, si legge nel report di UpGrad_Me 2.0, “persiste un ampio divario tra i tassi di occupazione femminile e maschile. Per quanto guarda i giovani, la specificità italiana riguarda l’alta percentuale di NEET – in italiano chiamati “né- né” – (persone relativamente giovani che né lavorano né studiano) pari al 23,4% nel 2018’’.

Ancora una volta emerge il divario tra le regioni del Settentrione e quelle del Meridione. “Il Nord Italia è uscito dalla crisi, con risultati spesso in linea, se non superiore alla media europea, nella quasi totalità degli indicatori considerati; al contrario, il Sud continua a retrocedere, allargando il divario storico tra il Nord e il Sud del paese’’. Ed ecco che si inserisce la questione di determinare l’ingresso nel mondo lavorativo europeo e italiano delle decine di miglia di migranti approdati ai quali l’accesso a un impiego è spesso sbarrato dalla mancata accettazione della domanda di permesso di soggiorno o da procedure burocratiche troppo lunghe. La mancata conoscenza della lingua rappresenta altresì una barriera per lo sviluppo delle competenze per immergersi nel mondo del lavoro. In generale in Europa, rilevano da Up Grade_Me 2.0.

“A causa della pandemia Covid-19, le condizioni di lavoro si sono indebolite. La pandemia ha colpito l’occupazione similmente in tutti i paesi: perdita del lavoro, aumento della disoccupazione, più contratti a tempo determinato, ecc. Questa crisi ha colpito in modo particolare le donne, i giovani e gli stranieri, che hanno difficoltà ad accedere al mercato del lavoro’’.