ROMA – L’Italia deve introdurre senza ulteriori ritardi una legge per contrastare i crimini d’odio basati sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere. Lo ha dichiarato Amnesty International, nel contesto del dibattito in corso in Parlamento sul disegno di legge sui crimini omofobici e transfobici.
La legge italiana considera reato la violenza fisica per motivi di razza, etnia o religione della vittima. Il codice penale inoltre prevede che quando un reato sia commesso sulla base della razza, dell’etnia o della religione della vittima, questo elemento debba essere considerato come una circostanza aggravante.
Tuttavia, queste due norme non si applicano ai reati motivati dall’orientamento sessuale o dall’identità di genere della vittima.
Reati di questo tipo non sono rari in Italia: le organizzazioni per la difesa dei diritti delle persone lesbiche, gay, bisessuali, transgender e intersessuate (Lgbti) ne denunciano centinaia ogni anno. La maggior parte di essi non viene adeguatamente indagata e finisce per rimanere impunita, sebbene si tratti di gravi manifestazioni di discriminazione. Pertanto, Amnesty International sollecita il Parlamento italiano ad adottare una legge che modifichi l’art. 1 del Decreto legge 122/1993, includendo l’orientamento sessuale e l’identità di genere nell’elenco dei motivi discriminatori associativi ai reati specifici descritti nell’articolo. L’organizzazione per i diritti umani sollecita il Parlamento a modificare l’articolo del decreto relativo alle circostanze aggravanti, aggiungendovi l’orientamento sessuale e l’identità di genere.

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