levissima_e_universit___di_milano_raccontano_l_evoluzione_dei_nostri_ghiacciai_6149MILANO – L’Università degli Studi di Milano insieme a Levissima, l’acqua minerale che nasce dai ghiacciai della Valtellina, e al Comitato EvK2Cnr, rendono noti i primi dati emersi dal nuovo Catasto dei Ghiacciai Italiani, un progetto di ricerca volto a monitorare lo “stato di salute” del cuore freddo delle nostre Alpi, principale indicatore dei cambiamenti climatici in atto.
[monoslideshow id=152 w=450 h=300 present=’sparkles’]
«L’attuale fase di regresso glaciale che interessa la Lombardia, e più in generale tutte le catene montuose, presenta aspetti apparentemente contraddittori; infatti, le aree glaciali diminuiscono progressivamente, mentre il numero dei ghiacciai aumenta. Questo secondo fenomeno è facilmente spiegabile: a causa delle alte temperature e della conseguente fusione del ghiaccio, limitate zone rocciose emergono durante l’estate sulla superficie dei ghiacciai. Le rocce assorbono calore e lo ritrasmettono al ghiaccio circostante accelerandone la fusione. In poche settimane, la piccola roccia affiorante si allarga e può arrivare a spaccare letteralmente in due o più tronconi il ghiacciaio, che perde la propria lingua e si frammenta in settori separati», spiega il Professor Claudio Smiraglia dell’Università degli Studi di Milano, a capo del progetto di ricerca, e referente del settore “Glaciologia” del Comitato EvK2Cnr.
Il nuovo Catasto dei Ghiacciai Italiani, avviato nel 2012 e che vedrà il compimento nel 2014, aggiorna i dati dei due precedenti catasti realizzati dal Comitato Glaciologico Italiano (CGI), rispettivamente nel 1959-1962 e nel 1982-1985.
I primi dati disponibili riguardano la Lombardia, regione dove sono localizzati i più vasti ghiacciai nazionali, così come numerosi corpi glaciali di piccole e medie dimensioni, tra cui il Gruppo Dosdè-Piazzi, in prossimità delle sorgenti Levissima. L’elaborazione delle foto aree a grande scala – fornite dalla Regione Lombardia e da altre amministrazioni provinciali e comunali – messe a confronto con i dati dei catasti precedenti, mostra chiaramente l’evoluzione avvenuta in Lombardia negli ultimi 50 anni: il numero dei ghiacciai è aumentato, da 167 a 209, a causa di numerose frammentazioni, ma la superficie totale si è ridotta del 23%, passando da 115 kmq, nel 1959-1962, agli 89 kmq attuali. Pur tenendo conto delle metodologie diverse di raccolta dei dati fra l’attuale e il precedente catasto del CGI, che rendono difficile il confronto, la tendenza al regresso appare confermata.
Nei singoli gruppi montuosi lombardi le variazioni della superficie glaciale sono molto diversificate: si passa, infatti, dal quasi dimezzamento areale dei ghiacciai del gruppo Tambò-Stella, in alta Valle Spluga che, a causa delle loro piccole dimensioni, hanno subito più intensamente gli effetti del riscaldamento climatico, alla perdita di più di un terzo della superficie per i ghiacciai dell’Ortles-Cevedale, in alta Valtellina.

di Francesco Gravetti

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui