MOSCA – «Sembra che io possa tornare a casa – ha commentato Cristian, attivista di Greenpeace. Sono amareggiato perché non dovrebbe essere così: c’è una corte internazionale che ha ordinato il nostro immediato rilascio. Abbiamo passato più di due mesi in carcere per niente, stanno ancora cercando prove che non troveranno mai perché, secondo i nostri principi di pacifismo e non violenza, non c’è niente che possa essere ricondotto ad accuse di vandalismo o pirateria. Sono passati tre mesi- ha concluso- da quando tutto questo è iniziato, quindi sì, voglio tornare a casa!». Queste le sue parole dopo che la Duma ha formalizzato il provvedimento di amnistia che conclude il procedimento legale aperto contro gli Arctic30. Il risultato? I 26 attivisti non russi potranno tornare a casa dalle loro famiglie quando sarà loro riconosciuto il visto di uscita da parte delle autorità russe. Per quanto concerne l’Artic Sunrise, al momento  è trattenuta a Murmansk e il suo destino?  Al momento rimane incerto anche se il Tribunale del Diritto del Mare ha stabilito il suo dissequestro.
INGIUSTIZIE E PERICOLI – «Siamo sollevati, ma non festeggiamo», spiegano gli Arctic30 amareggiati poichè hanno trascorso due mesi in carcere, accusati di un crimine che non hanno mai commesso. Nessuna amnistia, invece, per l’Artico, territorio che continua ad essere minacciato dai cambiamenti climatici e i giganti del petrolio.« Il termoregolatore del Pianeta è in pericolo e non smetteremo di difenderlo», spiegano gli attivisti. La campagna per liberare gli Arctic 30 ha visto 860 proteste in 46 paesi e più di 150 città del mondo. Più di due milioni e mezzo di persone hanno scritto alle ambasciate russe. Anche personaggi famosi come Paul McCartney, Madonna, Jude Law, Ricky Martin, Darín,Alejandro Sanz, Pedro Almodóvar hanno mandato messaggi di sostegno. Mentre figure politiche come la Presidente brasiliana Dilma Rousseff, Angela Merkel, David Cameron,François Hollande, Ban Ki-moon e Hillary Clinton, insieme a premi nobel come Dario Fo,Desmond Tutu, Aung San Suu Kyi hanno lanciato il loro appello per la liberazione degli Arctic30.
 

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