USA. Nuovi guai giudiziari per Sharon Stone. Non bastava la denuncia presentata appena una settimana fa dall’ex colf Angelica Castillo che ha accusato l’attrice di Basic Instinct di averla costretta a lavori massacranti nonostante fosse reduce da un infortunio alla schiena e il medico le avesse ordinato di stare a riposo almeno 15 giorni. Venerdì scorso il Tribunale di Los Angeles ha dichiarato legittime le accuse «di discriminazioni razziali, molestie e di ingiusto licenziamento» presentate dalla sua ex collaboratrice domestica Erlinda Elemen e ha rinviato a giudizio la popolare attrice statunitense.
ACCUSE – Nonostante le proteste degli avvocati della Stone, il giudice Mary Strobel ha stabilito che le prove presentate lo scorso maggio dalla domestica sono sufficienti per sostenere le accuse e ha fissato al prossimo 30 luglio la data del processo. La Elemen era stata assunta dall’attrice nel 2006 e più tardi divenne la tata di Roan, Laird e Quinn, i tre figli adottati dalla Stone. Il rapporto tra la cinquantacinquenne e la sua dipendente si sarebbe incrinato nell’agosto del 2010 fino a deteriorarsi con il licenziamento avvenuto all’inizio del 2011. In questi mesi Sharon Stone non solo avrebbe più volte accusato la filippina di averla truffata perché – a suo dire – si sarebbe fatta pagare ore supplementari mentre era in viaggio con i bambini nei giorni di congedo, ma l’avrebbe anche insultata ripetutamente con epiteti razzisti. La Stone avrebbe preso di mira l’accento della donna e avrebbe chiesto alla dipendente di parlare il meno possibile con i figli perché temeva che questi prendessero la sua cadenza filippina.
COMMENTI – L’accusa – si legge nei documenti rilasciati dal Tribunale – ha dimostrato come più volte la Stone ha fatto commenti ingiuriosi sull’accento filippino della signora Elemen, sul cibo filippino e ha equiparato l’essere filippino con l’essere stupido. Inoltre l’attrice avrebbe offeso le credenze religiose della sua dipendente, negandole la possibilità di leggere la Bibbia in casa sua. Da parte loro i legali della Stone hanno tentato, invano, di far cadere le accuse sostenendo che i suoi commenti non potevano essere considerati molestie e hanno sostenuto che le denunce sono state presentate troppo tardi: «Tutto quello di cui è accusata la nostra assistita è che ha fatto commenti sul cibo e sull’accento filippino», taglia corto Daniel Gutenplan, uno dei legali dell’attrice. Di diverso parere Salomone Gresen avvocato dell’ex dipendente della Stone che si è dichiarato soddisfatto del rinvio a giudizio: «Siamo felici che il giudice abbia riconosciuto la legittimità delle nostre accuse e abbia deciso di procedere con il processo».

di Francesco Tortora (corriere.it)

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