ZAGABRIA –  La scorsa Domenica un referendum costituzionale d’iniziativa popolare ha interessato il popolo croato risultato contro i matrimoni gay. Il 38% degli elettori si è presentato alle urne.  In particolare il 66% della popolazione si è ritenuta favorevole all’introduzione nella Costituzione della norma sul matrimonio il 66% dei votanti mentre il 34% ha votato contro. Il referendum è stato fortemente voluto dall’associazione civica U ime obitelji (Nel nome della famiglia), guidata dall’imprenditrice Željka Markić. Nel mese di maggio la raccolta delle firme aveva registrato un grandissimo successo, con circa 750.000 firme raccolte in sole due settimane, nonostante le numerosi minacce e aggressioni  contro i volontari che raccoglievano le firme. Anche la campagna elettorale non si è svolta con un clima tranquillo: la dottoressa Markić è stata, più volte, accusata di volere togliere i figli alle ragazze madri per affidarli a orfanotrofi.
RIFLESSIONI POLITICHE – «E’ un giorno triste per la Croazia» ha ribadito il premier socialdemocratico  Milanović, il quale ha garantito che già dalla prossima settimana, porterà in Parlamento un progetto di legge sulle unioni civili per le coppie omosessuali. Progetto che prevede, però, solo il diritto al riconoscimento di eventuali figli del partner. Soddisfazione, invece, per l’opposizione di centro-destra che ha quasi unanimemente appoggiato il ‘Sì’ al referendum, interpretando questo risultato come un atto di sfiducia del popolo croato nei riguardi del governo di sinistra attualmente in carica.
 

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