USA – E se si potesse ricaricare il proprio cellulare grazie al calore del corpo? O ancora, rigenerare la batteria del portatile solo con il semplice respirare? Il calore del corpo umano, potrebbe essere riconvertito in nuove forme di energia, da utilizzare per gli aggeggi elettronici di uso quotidiano. Sembra fantascienza e forse lo è ancora, ma gli studiosi della Società Americana di Chimica assicurano che tutto ciò può diventare possibile. In occasione del 24° National Meeting & Exposition a New Orleans hanno infatti presentato i dispositivi bio-compatibili, protagonisti di un futuro più sostenibile dell’elettronica di protesi e impianti sottocutanei.
LA TECNOLOGIA TRANSIENTE – Si tratta di apparecchi frutto delle applicazioni di bioingegneria che sono denominati «transienti», ossia capaci di dissolversi, dopo l’uso a cui erano destinati, senza lasciare traccia, senza sovraccaricare lo smaltimento di prodotti speciali e, soprattutto, senza arrecare danni al corpo umano. Per ora i dispositivi messi a punto sono tutti di uso medico, sostituitivi dei vecchi impianti a volte dannosi per il corpo umano. Il progetto è stato presentato dal team di ricerca dell’Università dell’Illinois e diretto dallo scienziato John Rogers. «L’obiettivo del settore dell’elettronica è sempre stato quello di costruire dispositivi resistenti con una vita infinita e prestazioni stabili – ha spiegato Rogers durante il meeting – ma molte nuove opportunità si aprono ora che si comincia a pensare a dispositivi in grado di scomparire in modo controllato e programmabile».
Stando a quanto affermato da Rogers, la nuova tecnologia potrebbe riguardare in un futuro non lontano anche i telefoni cellulari e altri dispositivi mobili il cui continuo avanzamento tecnologico li rende inevitabilmente beni usa e getta. Ciò comporterebbe un netto miglioramento dell’impatto ambientale dell’industria elettronica. Insomma, fantascienza sì, ma a un passo dalla realtà.
di Claudia Di Perna
