pompeiNAPOLI – Riportare l’attenzione sul destino del sito archeologico di Pompei, patrimonio dell’umanità, è l’obiettivo di “Riparte il futuro”, la campagna di Libera e Gruppo Abele contro la corruzione. “Salviamo Pompei dal silenzio” è l’appello dell’iniziativa che ha già raccolto quasi 56.000 firme.  «Inefficienze, rischi di malaffare e corruzione, incapacità di spendere le risorse disponibili, ma anche tutte le risposte giuste per reagire e salvare davvero il sito. Puntando sulla trasparenza, la qualità e la legalità». La denuncia, in una relazione trasmessa al Parlamento, è del direttore generale del Progetto Grande Pompei il generale dei Carabinieri Giovanni Nistri.
Gli intrecci societari che finiscono per avvantaggiare i “soliti noti” ed i rischi d’infiltrazione della criminalità organizzata rappresentano le maggiori preoccupazioni di Nastri che chiede «la piena trasparenza e la piena accessibilità dei cittadini a tutti i dati e le informazioni disponibili, attivando così un vero e proprio monitoraggio civico come già previsto dal progetto Open Pompei».
Una relazione che non può cadere nel silenzio e per la quale viene chiesto che le commissioni Cultura della Camera e del Senato «convochino immediatamente in audizione, con la massima pubblicità possibile, il generale Nistri affinché si apra un’ampia discussione pubblica sui risultati del suo lavoro e soprattutto si delinei la road map verso il salvataggio di Pompei».

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