E se le bellezze vesuviane finissero in un gioco da tavolo? Se il Granatello e la Reggia Borbonica divenissero lo scenario di un gioco di strategia per andare alla scoperta di perle preziose, contesti storici, eccellenze nostrane?
E se l’identità di un territorio potesse essere scoperto, riscoperto e rispolverato grazie all’ingegno che solo un mazzo di carte può contenere in modo completo e “condensato”?
La risposta è semplice, e potrete averla con Portici Magica, un semplice quanto ingegnoso gioco nato grazie ad un’idea di “Prometeo book and games” e al supporto di molte realtà territoriali: si tratta di un gioco di carte dedicato interamente alla città di Portici, dove ogni carta raffigura un luogo caratteristico o una delle principali attività commerciali. Il gioco è per due giocatori e combina elementi di strategia a colpi di fortuna in una sfida rapida e coinvolgente, e non è inusuale ritrovare il gioco in qualche aula scolastica. Sì, perché alcuni docenti, con il mezzo del gioco di società, stanno iniziando a “spiegare” Portici ad alunni più grandi e ai piccini.
ALLA SCOPERTA DEI LUOGHI E DELLE RISORSE
In una città magica, per l’appunto, i giocatori devono raccogliere sfere e attivare luoghi per accumulare punti vittoria. All’inizio del gioco, diciotto carte vengono mescolate e disposte sul tavolo (in parte coperte, in parte no) in quattro righe che formano la città, quattro come i quattro chilometri quadrati che costituiscono Portici stessa.
“Lo scopo – spiegano gli ideatori del gioco – è quello di far sì che i luoghi della città prendano vita permettendo al giocatore di riconoscerli e vivere un vero e proprio “tour” della città per esaltarne le bellezze del patrimonio culturale e naturalistico ma anche per sostenere alcune delle realtà commerciali del territorio, con l’obiettivo di promuoverle e valorizzarle, favorendo il turismo”. E si, turismo: la creazione di un “gadget” di Portici è funzionale proprio perché lo scopo di ogni singola carta è proprio quello di “parlare” mediante il gioco stimolando la curiosità e l’interesse verso la città, rivolgendo implicitamente un invito all’esplorazione dei luoghi più suggestivi.
di Nadia Labriola