NAPOLI – Attessissima, torna per una nuova edizione la rassegna di teatro e musica del Centro Studi Interdisciplinari Gaiola Onlus, “Pausilypon Suggestioni all’imbrunire”, organizzata d’intesa con la Soprintendenza Archeologia della Campania e con il patrocinio della Regione Campania e dell’Assessorato alla cultura del Comune di Napoli, giunge quest’anno alla sua VII Edizione. 13 appuntamenti al tramonto (ore 18) dal 10 maggio al 21 giugno 2015, con la direzione artistica di Francesco Capriello e Stefano Scognamiglio, un raffinato incontro tra archeologia, natura, musica e teatro nell’antica Villa d’Otium di Publio Vedio Pollione del I secolo a.C. per riscoprire l’incanto del Pausilypon “luogo dove finisce il dolore”. Formula vincente non cambia, da sempre gli spettacoli sono naturalmente immersi nello scenario mozzafiato della residenza romana grazie alla scelta di non utilizzare allestimenti scenici e audio elettrico, scelta creativa oltre che eco, perché permette ad ogni spettacolo di reinventarsi in dialogo con il luogo.
Il progetto rientra tra gli obiettivi di ricerca, tutela e valorizzazione del comprensorio archeologico-naturalistico Pausilypon – Gaiola del CSI Gaiola onlus, impegnato in prima linea da oltre dieci anni.
Gli introiti delle tredici serate, infatti, verranno utilizzati per finanziare progetti di ricerca scentifica, riqualificazione, ma anche semplice manutenzione dell’area. Grazie ai fondi raccolti durante le edizioni 2013 e 2014 è stato possibile avviare il progetto, attualmente in fase conclusiva, di studio, recupero e valorizzazion dell’antico Calidarium delle terme superiori del Pausilypon, un elemento architettonico di enorme rilevanza storico-archeologica portato alla luce durante gli studi di R.T. Gunther agli inizi del 1900 e mai più reso fruibile.
I proventi della serata conclusiva del 21 giugno verranno interamente devoluti a Medici senza frontiere, l’organizzazione umanitaria che opera in tutto il mondo fornendo assistenza medica alle popolazioni colpite da conflitti, epidemie, catastrofi naturali o escluse dall’assistenza sanitaria.
Attraverso l’imponente grotta di Seiano, scavata in epoca romana nella pietra tufacea della collina di Posillipo si accede all’area dei teatri dove gli artisti si esibiscono. Qui sarà offerto un piccolo rinfresco di qualità offerto dal main sponsor “Cupiello, la cultura del gusto” e una degustazione di vini delle eccellenze enologiche campane a cura dell’Associazione Ager Campanus, sponsor per il secondo anno.
La rassegna si apre, il 10 maggio, con “La musica del mare”che mette in scena, con la voce recitante di Luca Di Tommaso, la voce cantante di Monica Pinto e il violoncello di Roberto Soldatini, le armonie e dissonanze del mare, simili alla musica. Il 16 maggio l’ensamble “Napoli Brass Ensemble” presenta “L’Odéon… corni e flicorni”, un percorso che, con l’aiuto degli strumenti a percussioni, tocca svariate forme musicali. Lo spettacolo del 17 maggio, “Nacque dunque il caos primissimo”, con Antonello Cossia, Stefano Scognamiglio e Adriano Poledro alle percussioni, indaga l’origine del mito e la stretta connessione con la trasmissione e la memoria. Ancora musica il 23 maggio con il viaggio sonoro “La magia delle corde vibranti” che parte da Ennio Morricone, passa per il virtuosismo francese, e arriva ai tanghi di Aster Piazzola, con Stella Gifuni all’arpa, Luciano Barbieri al violino e Filippo Siano al violoncello.
L’uomo nella sua solitudine e ansia di perfezione è la tematica affrontata da Tommaso Parisi che firma il testo e la regia di “Voglio tutto”, in scena il 24 maggio. Il clarinetto di Eros Mele e il piano di Emanuela Chiodi creano, il 30 maggio, un viaggio sonoro attraverso la storia delle popolazioni: “Da Busoni ai paesi del Tango”. Narrazione e musica il 31 maggio per riscoprire il cunto alla vecchia maniera in una commistione sonora, dialettale e fisica, con Peppe Fonzo, che firma e interpreta “Fosco, storia de nu matto”, e le musiche di Flavio Feleppa eseguite al contrabbasso.
Il jazz rivisitato attraverso mondi e culture differenti è il progetto “Quartetto acustico” presentato il 6 giugno da Giulio Martino 4et che interseca sassofoni, percussioni, fisarmoniche e basso tuba. L’incontro con l’altro è al centro dello spettacolo “Je ne suis pas d’ici” del 7 giugno di Sveva Scognamiglio, interprete con Isaac Lartey, in cui la figura dello straniero diventa portatrice di una condizione di marginalità dell’anima. Si è ispirato al suono delle onde del mare e del canto dei gabbiani il musicista Francesco Capriello quando ha ideato l’Orchestra acustica del Pausilypon che il 13 maggio rende omaggio al Santo Major “Olokun”, divinità delle profondità marine, con il concerto omonimo “Olokun”.
Ritorna a grande richiesta, il 14 giugno, “Cafone!”. Lo spettacolo in cui Gea Martire, accompagnata dalle percussioni di Adriano Poledro, veste i panni dei Filomena Pennacchio, la brigantessa sannita che si ribellò alla repressione piemontese durante il processo per l’Unità d’Italia. Il sassofonista Daniele Sepe e il pianista compositore Piero De Asmundis si esibiscono per la prima volta in duo il 20 giugno nel “Concerto per pianoforte e sax” in un mix di affinità e originali commistioni.
Nel giorno del solstizio d’estate, il 21 giugno, la rassegna chiude con una serata di beneficenza per sostenere la campagna “#Milionidipassi” di Medici senza frontiere. Con lo spettacolo “Damarù”, letteralmente tamburo sacro che genera il suono primordiale, Maria Grazia Sarandrea e Ciccio Merolla, rievocheranno energie ancestrali per ritornare alla libera espressione creativa con musica e danza.
di Caterina Piscitelli