Presentato in anteprima al Campania Libri Festival nella Sala Premio Napoli di Palazzo Reale, “Partenope, Plurale” è il nuovo libro di Deborah Divertito e Angelo Orefice, edito della casa editrice Marotta&Cafiero.
Per la Divertito è una nuova fatica letteraria con la casa editrice made in Scampia mentre per Angelo Orefice il volume segna l’esordio nel mondo dell’editoria.
“Partenope, Plurale” è un libro che mixa sapientemente immagini e testo raccontando la capacità delle donne di reinventarsi e risollevarsi, mettendo in luce la forza delle loro vite e delle loro storie.
Ogni capitolo del libro affronta tematiche universali come il cambiamento, la lotta e la rinascita, attraverso le vite di donne come la cantante Brunella Selo o Imma Cerasuolo, atleta paralimpica, Marina Rippa, pedagoga teatrale e regista, e Rosaria De Cicco, l’attrice che da anni dà voce alla vitalità e alle contraddizioni di Napoli. Ma anche di Alessia Tudda, ballerina e ricercatrice, o Miriam Corongiu, contadina ai piedi del Vesuvio che ha abbracciato la sostenibilità come filosofia di vita o Raffaella Abbate, ex dipendente Whirlpool che ha saputo rialzarsi dopo la chiusura dell’azienda e reinventarsi.
Le loro storie, intrecciate a quelle di altre donne comuni, rendono “Partenope, Plurale” un ritratto corale di straordinaria intensità.
“Il progetto nasce da un’idea di Angelo Orefice il quale aveva voglia di fare un racconto fotografico di diverse donne napoletane, attraverso ritratti in studio. La tipologia di storie è venuta dal confronto con lui – afferma l’autrice dei testi Deborah Divertito – ed è stato un percorso quasi terapeutico per la modalità con cui le donne intervistate hanno interagito con me e con l’obiettivo di Angelo e per come hanno voluto parlare di alcune loro esperienze molto personali, eppure così vicine a tutte e tutti noi. Non è un libro classificabile facilmente, ma è un libro che racconta di aspetti molto umani, come la fragilità, la reazione al cambiamento, le relazioni. Ho vissuto questo libro come un viaggio privilegiato all’interno degli aspetti più umani, ordinari ma allo stesso tempo fuori dal comune”.
“Ogni scatto è stato il risultato di un processo di ascolto, empatia e condivisione – sottolinea il fotografo Angelo Orefice – Ogni fotografia porta con sé uno scambio, un atto di reciprocità. Non solo accolgo la storia di chi si racconta ma racconto anche qualcosa di me. Il mio modus operandi segue molto quello della scrittura di Deborah. L’attenzione al dettaglio è stata centrale in questo progetto, in cui ho cercato di unire estetica e narrazione in ogni immagine”.
A impreziosire il volume c’è la prefazione di Anna Pavignano, celebre sceneggiatrice e autrice, conosciuta per il suo lavoro con Massimo Troisi su film iconici come Il Postino.

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