Il Movimento dehoniano europeo, la cui sede è a Marechiaro, nasce tra il 1992/1997, grazie ad un gruppo di studenti dell’ITC “Mario Pagano” di Napoli. Riunitisi sul Monte Faito , presso una villa dei padri dehoniani, decisero di dar vita ad una realtà organizzativa capace di stimolare il concetto di cittadinanza europea. L’iniziativa che ben presto si ampliò a sessanta partecipanti, è partita con 15 ragazzi guidati da Padre Muzio Ventrella fermamente convinto della necessità di canalizzare l’azione volontaristica, ma organizzata e agita all’interno di “imprese sociali” più strutturate e attrattive, anticipando i concetti che ora, sempre più, stanno prendendo forma anche a livello istituzionale.

Da allora, ispirati dal pensiero di Padre Dehon per il quale la Chiesa “deve saper mostrare che non è solo in grado di formare anime pie, ma anche far regnare la giustizia sociale di cui i popoli sono avidi”, infinite le iniziative realizzate a sostegno dei fragili del mondo. Dapprima fu raggiunta la  Bielorussia, ove i ragazzi scoprirono le conseguenze devastanti di Chernobyl, fino a raggiungere la popolazione del Madagascar e tutti quei paesi in via di sviluppo.

Gema  Carretero Pardo, presidente del MDE, sottolinea  la forte valenza sociale dei progetti in corso finalizzati a sviluppare competenze ed esperienze per l’inclusione socio-lavorativa e l’autonomia, per tutti.

L’inclusione è un diritto basato sulla piena partecipazione delle persone con disabilità in tutti gli ambiti della vita, rispettando la dignità e valorizzando la diversità, senza discriminazioni, attraverso interventi equi e appropriati e il superamento di ostacoli e pregiudizi. Essa è effettiva solo con la diretta partecipazione delle persone escluse e discriminate, disabilitate rispetto all’ambiente nel quale vivono.

L’idea è che solo con un cambiamento della logica della presa in carico, che non sia più solo prettamente “assistenziale” è possibile andare nella giusta e autentica direzione dell’inclusione.

Per MDE, secondo la dott.ssa Pardo, è importante intervenire anche nell’area della formazione per gli Operatori del settore, affinché acquisiscano, attraverso una formazione multidisciplinare, quelle competenze che avvicinino il mondo socio-sanitario a quello delle tecnologie assistive, che possano aiutare la riabilitazione, l’autonomia, l’interazione scolastica, lavorativa e sociale delle persone con ogni tipo di disabilità, età e patologia invalidante. Uno degli ultimi progetti dove stiamo intervenendo a livello europeo, con Spagna e Portogallo, ad esempio, prevede un cross training tra Operatori, proprio con questo obiettivo. Indica , poi, il bisogno di figure professionali che abbiano competenze multisettoriali, da quello socio-sanitario a quello psicologico, a quello tecnologico, a quello umano, magari anche con un pizzico di disponibilità al volontariato.
Il lavoro di gruppo, se ben gestito, può sopperire, a volte, a queste carenze, creando uno scenario cooperativo di scambio di competenze e crescita reciproca.
Costante il tentativo di creare un  ambiente confortevole, sia tra le figure professionali citate prima che tra i partner dei progetti ai quali partecipiamo. Ad esempio stiamo attualmente lavorando ad un progetto multidisciplinare che vede coinvolte ben sette associazioni del terzo settore: “HubAbile, l’Hub delle Abilità” che muove dalla necessità di dare risposte, nuove e più efficaci, ai problemi irrisolti o nascosti che condizionano la vita sociale e relazionale dei minori e minori adolescenti con particolare riferimento a persone con disagi e disabilità, permanenti o temporanee, che vivono in contesti multiproblematici dovuti a inadeguatezza della funzione genitoriale e mancanza di processi di inclusione.

Il progetto, finanziato dalla Regione Campania con fondi ministeriali, coinvolge una serie di professionalità nel campo della psicologia, dell’assistenza sociale, della comunicazione, delle tecnologie assistive, e attività laboratoriali per la promozione della cultura della lettura, della corretta alimentazione e stili di vita, delle tecnologie abilitanti.  Il MDE che  interviene in diversi ambiti, dall’assistenza alle persone con disabilità alla tutela dell’ambiente, dai servizi sanitari e socio-assistenziali all’animazione culturale , necessita di un potenziamento delle risorse volontaristiche adeguatamente competenti, empatiche, disponibili, capace di stare in gruppo , di donarsi e donare

Per questo notevole carico di responsabilità sociale, il volontariato è per la dottoressa Pardo un lusso, che non tutti possono permettersi senza rinunciare ad altre cose della propria vita.
Se si è pronti a qualche rinuncia si può fare volontariato e si è enormemente appagati e gratificati da questa scelta.

Il movimento dehoniano, seguendo anche le iniziali  indicazioni di padre Muzio Ventrella, continua a fare del suo meglio per dare seguito al suo pensiero.

 

                                                                                              di Maria Rosaria Ciotola

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