ROMA – Le associazioni dei consumatori, invitate dall’Autorità per l’Energia a confrontarsi sul Documento relativo alla fatturazione di periodo nel mercato retail, hanno deciso per la maggior parte, di abbandonare il tavolo come atto di protesta in seguito al documento in oggetto. Si tratta, in particolare, di Adoc, Assoutenti, Casa del consumatore, Codici, Federconsumatori, Lega consumatori e UNC
Durante le delucidazioni fornite sono emersi degli aspetti che non hanno convinto le associazioni, come ad esempio:
- gli indennizzi a carico delle imprese di distribuzione da corrispondere ai venditori in caso di ritardo nella messa a disposizione dei dati di misura periodici, quantificati in ben udite, udite 1,6€ per ogni giorno di ritardo! Bisogna dire che 1,6€ al giorno per un distributore del settore elettrico che non comunica il dato rappresenta un deterrente spaventoso! Nel settore del gas, l’indennizzo arriva perfino a 0,10€ per giorno di ritardo. Pertanto queste cifre, non rischieranno di far cadere il distributore nella tentazione di rilevare il dato?
- In caso di mancato rispetto del termine di emissione della fattura sarà riconosciuto al consumatore un indennizzo automatico di 4€ per ritardi fino a 10 giorni successivi rispetto al termine.
“Sono anni che chiediamo che vengano risolti e disciplinati problemi come le code di stima e i maxiconguagli; il costo della lettura remunerato in bolletta per un servizio che non viene svolto, a questo punto la remunerazione diamola al consumatore quando fa l’autolettura! In secondo luogo, ancora una volta, in un documento atto a risolvere i problemi che affliggono il cliente, viene menzionato il dato di misura stimato, ma la domanda sorge spontanea, è così difficile prendere telefonicamente un appuntamento così da trovarlo in casa e leggere il suo contatore? E’ scontato che durante gli orari lavorativi non aprirà nessuno! Abbiamo pagato profumatamente i contatori telegestiti ed ancora non si riesce ad ottenere la lettura del dato in remoto”, spiegano i rappresentanti delle associazioni.
“La concorrenza gli operatori la facciano sul prezzo e sui servizi offerti, non sulle tutele dei consumatori, parte contrattualmente debole”, commenta Luigi Gabriele del Codici.
di Danila Navarra