NAPOLI – Si apre ufficialmente lo “Spazio Giallo”. Un’ iniziativa dedicata ai bambini nel carcere di Secondigliano, sostenuta da Enel Cuore, Fondazione Banco di Napoli e Fondazione Banca delle Comunicazioni, e promossa da una rete di professionisti che opera sul territorio nazionale da tredici anni, l’associazione “Bambini senza sbarre”. “Lo spazio giallo” è un luogo all’interno della casa circondariale, pensato e costruito a misura dei piccoli con lo scopo di rendere “l’evento carcere” il meno traumatico possibile. Un team di operatori accoglie i bisogni, le esigenze, le paure e i pensieri dei bambini, costruendo un percorso d’aiuto fondamentale, preservando e garantendo anche la continuità, attraverso vari interventi, (pensati per tutto il nucleo familiare) del legame affettivo e lavorando per il mantenimento della relazione genitore/figlio.
I DATI – Si stima che al mondo siano circa 2 milioni i bambini che hanno un genitore in carcere. In Italia, i minori che ogni anno entrano a far visita sono invece centomila. La rete di accoglienza è già attiva in Lombardia, Emilia Romagna e Piemonte e ora c’è uno “Spazio Giallo”, il primo, anche al Sud coordinato da Daniela Morante. «Ho sempre amato-dichiara- portare l’arte nei territori di disagio e dopo anni di laboratorio con i bambini in ospedale ora inizia questa nuova esperienza creativa. Sono convinta che la creatività serva ad intessere buone pratiche di relazione, di emersione di conflitti profondi, di espressione delle proprie emozioni e aiuti a stemperare ansia e paura». L’apertura a Napoli rientra nell’iniziativa della Campagna europea “ Non un mio crimine, ma una mia condanna”. «Il nostro- dichiara Lia Sacerdote, presidente dell’ associazione- è un lavoro invisibile che ha trasformato i bisogni di questi bambini in diritti, consentendo loro di non sentirsi più colpevoli e contrastando l’emarginazione sociale a cui sono esposti».
LA CAMPAGNA – «Questa iniziativa -afferma De Martino, Provveditore vicario dell’Amministrazione penitenziaria campana – testimonia l’attenzione dell’amministrazione penitenziaria rispetto al problema della sofferenza vissuta in carcere che coinvolge il detenuto, ma si estende geometricamente ed inevitabilmente a tutti i familiari». Gli fa eco Liberato Guerriero, Direttore del carcere di Secondigliano :” Il rapporto del detenuto con la famiglia è centrale nella nostra attività. Un detenuto sereno con la sua famiglia, riesce a viversi l’esperienza del carcere in maniera tranquilla e questo giova a lui, ma anche a chi ci lavora”. Presenti alla tavola rotonda anche il Garante dell’Infanzia e della Adolescenza della Regione Campania, Cesare Romano, e la Garante dei Detenuti Adriana Tocco. La Campagna europea dà il via a sette mesi di iniziative che proseguiranno fino a novembre, in occasione del 25esimo anniversario della ratifica della Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia dell’Onu. In Italia tutti gli istituti penitenziari sono coinvolti con il programma “Carceri aperte. Parliamone!”, in collaborazione con il Ministero della Giustizia.
di Carmela Cassese