Si è svolto nell’auditorium dell’Istituto di scuola secondaria superiore Vittorio Veneto a  quartiere Scampia un focus group nell’ambito del progetto “Seed Napoli”. Il progetto, finanziato da Fondazione Con il Sud e Fondazione Grimaldi, vede coinvolte famiglie di Ercolano e di Napoli dei quartieri Forcella e Scampia, su temi quali finanza etica, formazione continua, alfabetizzazione e promozione di soft skills e talenti personali.
L’incontro ha portato al centro del dibattito lo sport come veicolo di valori educativi e sociali, espressione di talenti personali e di prevenzione e cura della persona a 360°. Questo è uno dei macro temi che sottendono l’enorme progetto con le famiglie fragili in situazioni di povertà socio – economica.
Con la Dirigente scolastica dell’Istituto Dottoressa Pasolini, ex atleta di basket erano presenti anche il campione di judo Vincenzo di Maio, la campionessa di basket Alessandra Finamore e la campionessa olimpica Anna Carrasco; tutti gli sportivi hanno esaltato l’attività sportiva come motore di socializzazione, riscatto personale, possibilità lavorativa a fronte di impegno personale e tenacia a perseguire i risultati.
Tante le domande poste dagli studenti delle classi quinte dell’Istituto anche agli altri protagonisti dell’incontro che ha messo in rete proprio tutti gli attori coinvolti nel progetto, dalle autorità locali ai medici, dai rappresentanti delle associazioni coinvolte agli operatori sociali.
Il progetto Seed Napoli (dall’inglese seme) nasce da un progetto nato quasi venti anni fa in Oklahoma e, come quello statunitense, porta avanti il concetto di accompagnamento alla crescita personale che diventa poi comunitaria e sociale. Negli USA, lo Stato dava una dote a ciascun bambino da riscattare solo al conseguimento di un titolo di studio e questo ha messo in moto buone pratiche familiari affinché sulle nuove generazioni si investisse fattivamente.
La referente del progetto napoletano, la dottoressa Maria Pia Viola spiega che allo stesso modo «Seed Napoli ha il compito di sostenere le famiglie su vari fronti che vanno dalla formazione verso temi economici e di gestione finanziaria dei capifamiglia, al conseguimento di titoli di studio fino all’accompagnamento alla realizzazione di sogni personali attraverso le “dosi educative” ovvero voucher spendibili principalmente in cultura e sport affinché i più giovani possano investire sulle proprie passioni e i propri talenti».
Solo investendo sugli individui, dando a tutti, grandi e piccoli, gli strumenti per imparare, crescere e sviluppare le proprie doti e le proprie competenze si può uscire dal circolo vizioso che porta la povertà economica a diventare anche educativa e culturale.
di Emanuela Nicoloro

 

 

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