Si è concluso il giro della Campania del sociale, promosso dal Garante dei diritti delle persone con disabilità della regione Campania, l’avvocato Paolo Colombo, in collaborazione con i centri di servizio del volontariato.
Il giro ha toccato tutte le province della regione: Caserta, Benevento, Avellino, Salerno e Napoli.
Il garante ha preso contatti con le associazioni del volontariato e delle persone con disabilità e delle loro famiglie, un mondo di oltre 9000 associazioni.
Il quadro che ne è emerso è di un mondo estremamente dinamico, numeroso, partecipativo e propositivo.
Qui di seguito, elenco le proposte principali che sono state formulate e che saranno rappresentante al Consiglio Regionale della Campania.
1.Riconoscere il ruolo delle associazioni di volontariato delle persone con disabilità e delle loro famiglie, attuando il principio della convenzione ONU: “nulla su di noi, senza di noi”.
2.Sviluppare un metodo concertativo consultando, mediante dei tavoli tecnici, i beneficiari delle misure che si intendono adottare.
3.Aumentare le risorse destinate alla disabilità, dando priorità a questo mondopiuttosto che a spese effimere.
- Destinare uno spazio nella sede del consiglio regionale come stanza delle associazioni delle persone con disabilità e delle loro famiglie, in modo da farle sentire a casa propria nelle istituzioni.
5.Tener presente le peculiarità delle aree interne della nostra regione.
6.Prestare attenzione alle specificità delle singole disabilità.
- Prestare attenzione al passaggio alla fase adulta delle persone con disabilità, troppo spesso trascurata.
- Promuovere una cultura e degli interventi concreti, per sviluppare il progetto di vita, dopo di noi e durante noi, per le persone con disabilità.
9.Ideare, anche per le spese sociali, dei meccanismi come quelli del PTR (piano terapeutico riabilitativo), già operativi per il sanitario.
- Aumentare la disponibilità di neuropsichiatri infantili.
11.Intervenire sugli ambiti sociali favorendone la trasformazione in aziende speciali e migliorandone il servizio, in via preventiva con un’adeguata formazione degli operatori, e in via successiva, in caso di inadempimento, con l’esercizio dei poteri sostitutivi, in modo da non danneggiare le persone con disabilità e gli ambiti virtuosi.
- Adottare il metodo della co-progettazione guidando le associazioni, soprattutto quelle meno strutturate, per metterle in condizione di operare al meglio.
- Formare adeguatamente gli operatori degli enti della PA e dei centri accreditati e delle associazioni o cooperative.
14.Assicurare la continuità degli interventi senza interruzioni.
15.Uniformare i comportamenti delle ASL operanti in regione non consentendo delle differenze tra l’una e l’altra, ad esempio sulla concessione di ausili.
16.Promuovere iniziative di informazione sui diritti e i servizi esistenti a favore delle persone con disabilità.
17.Riconoscere in concreto la possibilità alle persone con disabilità di essere assistite da propri familiari in ospedale.
18.Semplificare e sburocratizzare il sistema delle prenotazioni dei trattamenti e delle visite programmandoli già sei mesi prima.
19.Impegnarsi al massimo per il superamento delle barriere architettoniche promuovendo, in collaborazione con l’ANCI e le associazioni, uno screening propedeutico all’adozione del PEBA (piano eliminazione barriere architettoniche).
20.Impegnarsi per fornire occasioni di lavoro alle persone con disabilità, favorendone l’autonomia e l’inclusione.
21.Dare la gestione dei beni confiscati alle associazioni invece che ai comuni, per cui molto spesso sono meramente dei pesi.
- Prestare attenzione al miglioramento della qualità della vita delle persone con disabilità, garantendo la fruizione della cultura, dell’accessibilità e della mobilità. Bisogna altresì garantire l’opportunità di fruizione del turismo, di eventi pubblici, di sport ecc…