Preparare un impasto con le loro mani, disegnare dando corpo e forma sulle pareti a fantasia ed emozioni, o prendersi cura di piante e fiori che, come gli esseri umani, non chiedono altro che dare e ricevere amore. Saranno impegnati in queste ed altre attività i giovani disabili protagonisti del progetto “Dopo di noi”, partorito a Pozzuoli dalla mente e dall’impegno dei familiari di chi è affetto da disabilità, che pensano al futuro di questi ultimi e a quando non potranno più contare sul loro sostegno. Un futuro che aiuterà chi si troverà a non avere le braccia salde e l’affetto incondizionato dei genitori.
IL PROGETTO – Il progetto, che pone l’attenzione sulla disabilità e sul quel periodo che segue alla dipartita dei genitori dei giovani disabili, nascerà a Villa Nemo a Pozzuoli, grazie all’impegno di Ilaria e Gaetano che, con Nicola Cerullo, padre di Ida, che oggi ha 31 anni ed è affetta da epilessia miclonica, hanno voluto realizzare questo sogno «per dare una speranza a tanti ragazzi affetti da neuro diversità». Ida, come tanti suoi coetanei con problematiche simili, ha trovato a Villa Nemo la realizzazione del suo percorso di vita. Nella struttura, che si autofinanzia, i ragazzi insieme agli operatori e al personale medico si dedicano a numerose attività: dai corsi di cucina, al giardinaggio, all’arte terapia, che consiste nell’immergere le mani nella vernice e disegnare sui muri e – attraverso quei disegni – esprimono le loro emozioni e i sentimenti interiori, dando spazio alla fantasia. Un’opportunità per far sì che si prospetti loro un mondo dove si sentano liberi, sereni, imparino ad amarsi a socializzare, e soprattutto dove sia offerta loro la possibilità di mettere in campo straordinarie capacità intellettive.
L’ESPERTA – A sostenere il progetto è Antonella Formicola, criminologa sempre attenta al mondo del terzo settore, in cui è impegnata in prima linea: «Tutti coloro che appartengono alla società – sottolinea – hanno gli stessi diritti umani. I soggetti affetti da disabilità hanno il diritto di affermarsi nella società, sentendosi liberi e uguali». Per troppo tempo i disabili «sono stati “invisibili” – aggiunge – oggi invece c’è nei loro confronti una grande attenzione anche da parte di meravigliose realtà associative. Ecco perché credo che le istituzioni, da sempre impegnate a sostenere queste categorie maggiormente svantaggiate, debbano investire di più affinché si possano creare strumenti e mezzi per sostenerli anche nel periodo successivo alla scomparsa dei genitori. In quest’ottica Villa Nemo offrirà vita e speranza a questi giovani e alle loro famiglie», conclude Formicola.
di Giuliana Covella