Un patto educativo che vede protagonisti nella firma enti di terzo settore, associazioni di volontariato, scuole, istituzioni locali, l’Arcidiocesi di Napoli con l’obiettivo di sostenere e accompagnare in un percorso educativo migliaia di studenti dell’area metropolitana di Napoli. È quanto firmato venerdì in un luogo simbolico, Nisida, dove si trova il carcere minorile, alla presenza del ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, il prefetto di Napoli Claudio Palomba, l’arcivescovo di Napoli don Mimmo Battaglia, l’assessore regionale all’Istruzione Lucia Fortini, il sindaco metropolitano di Napoli Gaetano Manfredi. L’obiettivo è chiaro: contrastare la dispersione scolastica, che in Campania ha percentuali spesso ben superiori alla media nazionale, e arginare il disagio formativo accompagnando invece i giovani verso la costruzione del proprio avvenire.

I dettagli- A stipulare l’accordo il Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, il prefetto di Napoli Claudio Palomba, il sindaco di Napoli e della Città Metropolitana Gaetano Manfredi, l’Arcivescovo dell’Arcidiocesi di Napoli don Mimmo Battaglia, il portavoce del Forum del Terzo Settore della Campania Filiberto Parente e il presidente dell’impresa sociale “Con i Bambini’’ Marco Rossi Doria. Per il patto educativo firmato a Nisida, il primo accordo a livello territoriale di collaborazione tra varie istituzioni che si inserisce nella parte del Pnrr dedicata all’istruzione, vengono stanziati 41,1 milioni di euro che saranno assegnati a 217 istituzioni scolastiche dell’area metropolitana di Napoli, 78 di queste nel Comune di Napoli per una spesa di 14,8 milioni. Per la Regione Campania, complessivamente, l’investimento è di 79,3 milioni di euro per 433 scuole. Questo stanziamento rientra in quello complessivo da 1,5 miliardi di euro su scala nazionale per i ragazzi tra i 12 e i 18 anni e tra i 18 e i 24 anni, diviso in tre tranche. La prima, di 500 milioni, è destinata al target di studenti che va dai 12 ai 18 anni. Il 51% di tali risorse, pari a 255 milioni per 1539 scuole, è destinato al Sud Italia. Il patto educativo, viene specificato nel documento firmato, si “intende restituire centralità culturale, civile e amministrativa, alla questione educativa intesa come responsabilità dell’intera comunità, come ambito di lavoro condiviso tra tutti gli attori locali, come fattore determinante per lo sviluppo sociale ed economico del territorio, per la promozione della legalità e la prevenzione della devianza minorile e della criminalità’’. Inoltre, “mira a valorizzare e mettere a sistema le esperienze educative e le risorse del territorio, in una stretta connessione tra istituzioni scolastiche, Ufficio scolastico regionale, Comuni, Città metropolitana, organizzazioni della società civile, del terzo settore e del volontariato, istituzioni religiose’’. Tra le finalità del patto, “attivare processi di rafforzamento e valorizzazione della scuola come laboratorio sociale e di comunità, in costante interconnessione con il territorio’’; la “valorizzazione delle esperienze educative delle organizzazioni della società civile, del terzo settore, dell’ambito ecclesiale, del volontariato e dello sport’’; “contrastare il fenomeno multidimensionale della povertà educativa e assumere come priorità la cura delle situazioni di maggiore fragilità (ad esempio, bisogni educativi speciali, alunni con background migratorio, persone con disabilità, alunne e alunni, studentesse e studenti appartenenti a nuclei familiari colpita di povertà sociale, abitativa ed economica) per non lasciare indietro nessuno’’; “porre in essere azioni di prevenzione della dispersione scolastica e del disagio formativo, rafforzando le attività didattiche ed educative personalizzate all’interno di programmi specifici’’. E ancora “favorire il protagonismo e la partecipazione attiva di alunne e alunni, studentesse e studenti, e delle famiglie’’ attraverso “lo sviluppo di percorsi di cittadinanza attiva e di solidarietà, la cura delle relazioni e della qualità degli spazi pubblici all’interno della comunità educante’’; “supportare l’apertura delle scuole durante tutto il giorno, perché gli spazi possano essere fruibili per le diverse attività previste nelle reti e nelle alleanze educative’’ per lo sviluppo del territorio.

di Antonio Sabbatino

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