L’Articolo 1 della Delibera del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale dispone “…il versamento immediato di assistenza finanziaria, nella forma di un’erogazione a dono dell’importo di euro 110.000.000, a favore del Governo dell’Ucraina, quale sostegno al bilancio generale dello Stato. Il dono non ha condizionali e non è assoggettato a obblighi di rendicontazione da parte delle autorità beneficiarie”. A favore di un singolo Paese in guerra, l’Ucraina, sono stati così destinati una quota consistente dei fondi italiani destinati allo sviluppo e alla cooperazione internazionale. Fondi non vincolati né a specifici progetti, né ad interventi umanitari, né ad aiuti a favore della popolazione colpita. In un paese in guerra, non è impossibile che vengano usati per armamenti militari, non proprio l’ideale per la cooperazione internazionale. Fondi, questi, distratti da progetti umanitari a favore delle popolazioni e delle economie di Paesi del terzo mondo come il Burkina Faso, 182° su 189 nella classifica dei paesi più poveri, anch’esso in guerra. Sostegno che, nello specifico, sarà ridotto del 70%, con il concretizzabile rischio di interrompere bruscamente lo sviluppo di progetti, anche in corso d’opera; in virtù del fatto che le autorità competenti “… sono autorizzate, ove occorra, a rivedere tempi e modalità di esecuzione di programmi e attività già deliberati, ivi inclusi quelli in corso di attuazione”. Dato che non vi è ancora riscontro di un ricollocamento delle risorse, già destinate al Governo dell’Ucraina, molte associazioni e, non ultimo lo stesso Oxfam, si dicono, non solo preoccupate, ma anche risentite dell’iniquità dei trattamenti riservati alle altre popolazioni bisognose, dilaniate da disastri naturali, carestie, epidemie e guerre. In una nota diffusa da Oxfam si legge: “Di fronte ai 3,5 milioni di profughi ucraini, l’UE ha dimostrato di essere coerente con i suoi valori e i suoi principi; è però essenziale che lo sia sempre, anche con i rifugiati di tutte le guerre e che agisca in modo coordinato, costituendo un fondo extra budget europeo comune, per gestire la crisi attraverso un impegno realmente collettivo. Ribadiamo quindi la richiesta al nostro governo che l’Italia, come altri donatori europei stanno facendo, dimostri generosità e lungimiranza e non sottragga risorse già stanziate per la Cooperazione o le crisi umanitarie, e chiediamo, in particolare, che i 110 milioni stanziati per il governo ucraino, attraverso l’Agenzia della Cooperazione, siano reintegrati per le finalità proprie della Cooperazione Internazionale. Vorremmo che le dichiarazioni fatte dalla Vice Ministra con delega alla Cooperazione, Marina Sereni, trovino al più presto un riscontro concreto”. Sulla decisione del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale ha voluto esprimere il suo giudizio anche il responsabile delle relazioni internazionali di Oxfam Italia, Francesco Petrelli. “Ci preoccupa il fatto che molti governi donatori, invece di prevedere risorse aggiuntive, stiano attingendo ai budget dell’Aiuto pubblico allo sviluppo per rispondere nei propri territori all’emergenza dei rifugiati ucraini, arrivati già a oltre 3 milioni in questi giorni. Non si può scegliere tra le donne e i bambini ucraini in fuga dalla guerra o quelli della Somalia o dello Yemen che soffrono la fame. Per questo sulla crisi ucraina sono necessarie risorse aggiuntive; l’Italia nei giorni scorsi ha stanziato 110 milioni all’Ucraina, attraverso la modalità del sostegno diretto al bilancio del governo ucraino. Si tratta di risorse stanziate per l’Aiuto pubblico allo sviluppo che chiediamo siano reintegrate”.

di Valerio Orfeo

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