Cronaca
Presidi solidali con gli studenti: “Pace sì, ma l’occupazione rallenta il dialogo”

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Una presa di posizione significativa arriva dai dirigenti scolastici delle scuole del Centro Storico di Napoli, epicentro delle recenti occupazioni studentesche in protesta per il conflitto israelo-palestinese. Attraverso una “lettera aperta alle studentesse e agli studenti”, i presidi non solo dichiarano la loro piena adesione ai valori di umanità e al ripudio della violenza, ma propongono di trasformare la mobilitazione in un’azione costruttiva all’interno delle aule.
I dirigenti di licei storici come il “Vittorio Emanuele Garibaldi”, il “Genovesi”, il “Margherita di Savoia” e l’“Artistico Statale”, oltre all’I.S.I.S. “Casanova”, esprimono “piena condivisione del ripudio da loro espresso della violenza come mezzo di risoluzione delle controversie”.
L’indifferenza, scrivono, non è un’opzione di fronte alle “catastrofi umanitarie e culturali che caratterizzano questi ultimi anni”.
Dialogo e solidarietà attraverso la scuola
Facendo proprie le istanze dei giovani, i firmatari ribadiscono la “volontà di collaborazione e rispetto reciproco, con l’obiettivo di costruire un dialogo aperto e consapevole”. La solidarietà, tuttavia, può esprimersi unicamente con gli strumenti propri della scuola: “la pratica del dialogo e del confronto, la cultura, l’istruzione, il senso civico, l’educazione alla cittadinanza attiva e l’esercizio dello spirito critico”.
Per questo, i capi d’istituto propongono e promuovono iniziative concrete per “ribadire i valori della pace e della solidarietà tra i popoli, nonché la cultura del rispetto dei diritti umani e del diritto internazionale”. L’obiettivo è formare “cittadini consapevoli, capaci di comprendere il presente e di immaginare un futuro migliore”.
L’appello contro il blocco delle lezioni
Il punto cruciale della lettera riguarda la critica all’attuale forma di protesta. Sebbene il messaggio sia pienamente supportato, l’occupazione viene vista come un ostacolo al processo educativo e al dialogo: “rallenta tale dialogo e non consente a chi rimane ai margini dell’iniziativa di prendere piena coscienza di quanto avviene nel mondo”.
I dirigenti, dunque, rivolgono un invito esplicito e accorato: “Invitiamo, dunque, le studentesse e gli studenti a consentire sempre il regolare svolgimento delle lezioni”. Solo così sarà possibile realizzare, con l’intera comunità educante, un “dialogo concreto e costruttivo”.
La proposta è quella di riappropriarsi insieme degli spazi comuni della scuola come luoghi privilegiati, in cui “condurre un’articolata riflessione sui motivi alla base della protesta e in cui approfondire argomenti tanto complessi quanto di vitale importanza civile e democratica”. I presidi sostengono la causa, ma chiedono che la protesta rientri nei binari del dibattito, della conoscenza e della partecipazione attiva.